venerdì 28 gennaio 2011

Dragon Age II

Speriamo che marzo arrivi in fretta :-)



Confronti



Io rispetto quest'uomo dal profondo del mio cuore.


Tengo invece a ribadire e a sottolineare il mio sentito disprezzo per il Tg5, che qualche giorno fa (mi sembra il 25) ha trasmesso un servizio sul fatto che se la madre di Berlusconi non fosse morta tre anni fa, a novantasette anni, quel giorno avrebbe compiuto cento anni. Quando ho sentito la notizia quasi non ci credevo... Il Tg5 è praticamente il blog di Berlusconi. 

giovedì 27 gennaio 2011

I could have gotten one more person

Schindler: I could have got more out. I could have got more. I don't know. If I'd just … I could have got more.
Stern: Oskar, there are eleven hundred people who are alive because of you. Look at them.
Schindler: If I'd made more money … I threw away so much money. You have no idea. If I'd just …
Stern: There will be generations because of what you did.
Schindler: I didn't do enough!
Stern: You did so much.
[Schindler looks at his car]
Schindler: This car. Goeth would have bought this car. Why did I keep the car? Ten people right there. Ten people. Ten more people.
[Removing Nazi pin from lapel]
Schindler: This pin. Two people. This is gold. Two more people. He would have given me two for it, at least one. One more person. A person, Stern. For this. I could have gotten one more person … and I didn't! And I … I didn't!



martedì 25 gennaio 2011

«L'appartamento», di Billy Wilder

Jack Lemmon e Shirley McLaine, L'appartamento (The Apartment), 1960, Billy Wilder


C.C. Baxter: "Io la amo, miss Kubelik."
Fren Kubelik: [guarda le carte] "Tre... Regina."
C.C. Baxter: "Ha sentito quello che ho detto, miss Kubelik? Io la adoro alla follia."
Fren Kubelik: "Fa' le carte. E poi ridimmelo."

Il miglior film di Wilder, IMHO.

Gosh

Il signor scrocco, che è uomo più savio e meno sprovveduto della sottoscritta, mi ha consigliato di segnalarvi l'uscita dell'antologia del premio Fantastique, che contiene il mio racconto. Trovate il libro qui, per adesso, poi (credo) nelle librerie, forse?, boh. «È pur sempre pubblicità!», mi ha fatto notare il signor scrocco. 
In effetti, diciamo, è la prima volta che vengo pubblicata. Ecco.


lunedì 24 gennaio 2011

«Le tredici vite e mezzo del Capitano Orso Blu», di Walter Moers


Sarei esistito solo per un motivo: amare l'orsetta blu. L'avrei difesa con le unghie e con i denti contro ogni pericolo avesse osato contrapporsi alla nostra felicità: avrei strappato  il cuore al pericolo, se ne avesse avuto uno, e l'avrei mangiato crudo. Sarei stato capace di far bollire l'oceano a fuoco lento sino a ridurlo a un brodetto di pesce usando solo le fiamme del mio amore. Avrei voluto fermare il percorso del mondo, riavvolgerlo come un nastro e farlo poi scorrere di nuovo soltanto per rivedere ancora una volta il gesto con cui si infilava la margherita dietro l'orecchio. Di una cosa sola, ne ero sicurissimo, non sarei mai stato capace: rivolgere la parola all'orsetta blu.

Una sbirciata III


Da mi basia mille, di Abraxas (Twilight). Sarebbe uno spin-off della long-fiction Aeon, ma è leggibile, godibile e capibile anche da quelli che non l'hanno letta (però dai, a questo punto dateci un'occhiata, no?). È una parentesi fraterna tra Seth e Jacob che, durante una ronda, parlano di "primi baci". Molto graziosa.


Foto dell'autore al lavoro.

domenica 23 gennaio 2011

Cigni di carta

Inglourious Basterds (again)

Colours I see

Boiiing boiiing

Hello plant


Autobus

Te lo giuro!

Piruriru-rì. Piruriru-rì. Piruriru-rì. Click.
- Pronto? Ale! Ciao, sono sull'autobus. Sì, con la Franci. Eh. Sì. Ma no, Ale. Ma va', ma tu pensi davvero... Cosa? E chi te l'ha detto, il Kevin? No, senti, ti giuro. No, te lo giuro. Ma senti, te lo sto giurando! Sì, ma sulla mia testa! Ale, sul serio, cioè, ma potessi morire... Ma stai scherzando? Ma no! Davvero! No, ma te lo assicuro! Ma mi prendi per bugiarda? Mi stai dando della bugiarda? Ma se te lo giuro te lo giuro, oh, cioè! Ma per chi mi prendi! Vaffanculo, Ale, ma ti sembra che ti farei una vigliaccata del genere? Ma ti sembro così stronza? Ma infatti. Te lo giuro, Ale, ma te lo giuro proprio. Di' al Kevin di farsi i cazzacci suoi. No, ma sul serio. Davvero. Te lo giuro. Okay. Okay. A dopo. Cia' cia', bella, baciozzi.
Click. Si gira verso l'amica.
- Cazzo, se l'è bevuta.


Io due

- Signora! Quanto tempo!
- Eh, quanto tempo! 
- Ma non la si vedeva più, sull'autubus. Ma cosa l'è successo?
- Uh, lasci stare, signora, lasci stare. Due mesi sono dovuta stare a casa, due mesi. L'altro giorno esco per dare da mangiare al cane, e non ti scivolo sull'ultimo gradino, tutto pieno di ghiaccio!
- No!
- Sì. Mi sono fratturata l'anca in tre punti. Il dolore, signora, non le dico il dolore. E poi io ci sto male, se non esco, ci sto proprio male.
- Non me ne parli, signora, non me ne parli. Io una volta tre!, perché ero scivolata dalla vasca. Anca, ginocchio e gomito. 
- Ah, beh, ma io una volta quasi sei mesi, eh. Dalle scale.
- Vogliamo parlare della mia bronchite? Non sente che voce che c'ho? Due anni fa, l'ho avuta, e ancora adesso...
- E i miei reumatismi? Vuole mettere con i miei reumatismi? Mi sono venuti che non c'avevo manco quarant'anni, signora.
- A me a trentacinque!


E poi uno si chiede perché non ascolto mai l'iPod quando prendo i mezzi.

sabato 22 gennaio 2011

EXIT


Io scappo. 
Dato che sono una persona piuttosto disorganizzata, però, non so bene dove andare. E dato che non so bene dove andare, non so nemmeno cosa mettere in valigia. E non posso portarmi dietro tutto, per ogni evenienza, perché ho una valigia piccola - dopotutto è una fuga, se mi portassi dietro mari e monti sarebbe difficile scappare e abbastanza facile ritrovarmi.
Allora me ne sto qui, con la valigia aperta e l'armadio sventrato. Maglioni, cappelli di lana, sciarpe, se vado in un posto freddo. T-shirt, jeans, calzini colorati, se vado in un posto caldo. Esiste un posto medio? E se sì, che cosa si indossa? Mi sento piuttosto media, quindi forse mi converrebbe scappare in un posto che è medio come me, né da una parte né dall'altra, né caldo né freddo, né triste né l'altra cosa. Ma anche in quel caso, non saprei cosa portarmi dietro. Comincio dalle mutande. Con quelle vado sul sicuro: avrò sempre bisogno delle mutande. E poi. E poi non so.
Ecco, adesso ho una valigia, un mucchietto di mutande, e sono al punto di prima. Non so dove andare e non so cosa portarmi dietro. Probabilmente mi serviranno dei soldi. Potrei fare, vicino al mucchietto di mutande, anche un mucchietto di soldi. Così sono due mucchi. È già qualcosa. Magari potrei occuparmi dei vestiti una volta che avrò raggiunto quel posto. Potrei scambiare le mie mutande e i miei soldi per un po' di altre cose: una casa, degli abiti, del cibo. E intanto scappare. Ma probabilmente non saprei nemmeno cosa comprarmi.
Di solito chi scappa lascia un biglietto. Sì, insomma, per dire che è scappato. Non preoccupatevi, non sono morta e  non mi ha rapito nessuno. Ho rapito io me stessa e me ne sono andata, ma con allegria, perché volevo andarmene. Non cercatemi, grazie. Una cosa del genere. Addio, addio, è stato bello finché è durato, ora ho bisogno di stare un po' per i fatti miei. Ciao.
Ma sono una frana a scegliere le parole giuste. È quasi peggio che scegliere cosa mettere in valigia per scappare, no, anzi, è proprio peggio, perché certi vestiti so che mi stanno bene, mentre le parole sono sempre lì lì, una via di mezzo,  non lo sai finché non ce le hai in bocca, ma a quel punto è sempre troppo tardi. Su che carta si scrive un biglietto di "scappamento"? Un foglio di quaderno va bene? Oppure della carta da lettere intestata. Non ho carta da lettere intestata. Ne ho una con dei gattini - che non ricordavo nemmeno di avere, è saltata fuori l'altro giorno mentre facevo le pulizie. 
Scappare si sta rivelando più difficile di quello che pensavo. Insomma, uno di solito scappa per semplificarsi la vita, per non dover affrontare un problema spinoso, per non dovere fare qualcosa. Però, caspita, bisogna impegnarsi. 
Allora invece di scappare potrei passeggiare. Passeggerò finché non mi passa. E se non mi passa, beh, continuerò a passeggiare. È un po' come scappare, ma nessuno si porta una valigia quando passeggia. Al resto penserò dopo.



Teen-age Mutant Ninja Turtle!

giovedì 20 gennaio 2011

The Puss in Boots

Magic Never Dies, capitolo 17





Un'ombra scura saettò sulle loro teste, seguita da una nuvola di fuoco piovuta dal cielo. Era ovunque; non si capiva neppure da che parte scappare. Udì la voce di Harry e obbedì confusa al suo ordine di gettarsi nella neve oltre il sentiero e rotolare. Si buttò nella neve alta, melmosa e fredda, e vi ci sprofondò. Qualche istante dopo delle braccia forti la sollevarono e la spinsero ancora più distante dal sentiero, verso un gruppo di pini coperti di neve. Hermione caracollò in avanti, un po' correndo e un po' trascinandosi, finché Harry non si fermò abbastanza a lungo per raccoglierle le gambe con un braccio e trasportarla per ciò che restava da percorrere. Raggiunsero correndo il limitare degli alberi e caddero a terra, rotolando su un fitto tappeto di aghi di pino, annaspando alla ricerca d'aria con i polmoni che bruciavano per lo sforzo. Un momento o due dopo arrivarono anche Ron e Luna, spintonati dai colpi decisi del muso scheletrico di Xavier. Anche loro erano ansanti ma fortunatamente incolumi, eccetto per una piccola bruciatura sul dorso di una delle mani di Luna.
«Quello era un drago,» disse Ron, e Hermione fu colpita dal suo sogghigno e da quanto sembrasse calmo.
Harry annuì, ancora ansante. «È per questo che Xavier voleva portarci alla caverna,» riuscì a dire.
«Avresti dovuto dircelo,» lo rimproverò Ron. «Un altro paio di alitate e qui ci ritrovavamo arrostiti. Siamo dannatamente lenti nella neve, praticamente serviti su un piatto d'argento.»

The most magnificent Bat-Like gentleman!



(Sempre via Lector Constante)

True story

mercoledì 19 gennaio 2011

Qui


 mi ci vedrei proprio bene.

Kukimpegnata


Queste sono giornate di studio-studio-studio, ma non pensate che la vecchia Kukiness si sia dimenticata di voi, piccoli lettori. E non si è dimenticata nemmeno del fazzoletto annodato per Athanor. E parla in terza persona solo perché è stanca e non si rende conto di quello che fa (e perché ha delle manie di grandezza mica da poco, ovviamente).

Comunque, niente. Detto questo, riprendo a studiare.

Kukibakuki

lunedì 17 gennaio 2011

Qualora le accuse fossero confermate.



No. Qualora le accuse fossero confermate TE NE VAI IN GALERA.



L'uomo di pane - parte 3




3.
Ai Confini del Mondo si trovava una città grandissima e ricchissima, in festa per il matrimonio della sua regina. Nella piazza del palazzo reale si sarebbero presto affacciati i futuri sposi a salutare la folla. La buona fornaia si avvicinò per guardare meglio, e per chiedere ai passanti se avessero visto il suo amore. Quale sorpresa quando vide, affacciato con la regina e riccamente vestito, proprio l'omino di marzapane! Era proprio lui, con gli occhi come il cioccolato, la bocca rossa come il ribes, i capelli biondi come il grano e la pelle dorata come i biscotti. La buona fornaia si mise a saltare, a sbracciarsi, spintonando per arrivare in prima fila.
«Amore! Amore mio! Sono io! Sono la buona fornaia del paese lontano! Eccomi! Ho consumato sette paia di scarpe di ferro, sette mantelli di ferro e sette bastoni di ferro, ma alla fine ti ho trovato!»
L'omino di marzapane abbassò gli occhi su di lei, la vide, la fissò, inarcò un sopracciglio e poi guardò oltre. Non la riconosceva, non sapeva nemmeno chi lei fosse. Dopo qualche attimo, si ritirò con la regina. La buona fornaia era disperata. Come era possibile che l'omino di marzapane non l'avesse riconosciuta? E perché si stava per sposare con quella donna, se era lei che amava? Pianse e pianse e pianse finché un tocco gentile sulla spalla non la riscosse. Era proprio la vecchia signora, la fata buona che lei aveva aiutato quella sera di pioggia.
«Amica mia, non piangere. Il principe ti ama ancora, ma la regina di questo regno in realtà è una strega cattiva. Lei lo ha stregato, gli ha sottratto tutti i ricordi, e lo ha fatto innamorare di sé con una pozione. Ma tu puoi ancora salvarlo. Questa volta però devi darmi ascolto. Ti darò questa noce, questa nocciola e questa ghianda. Usa i loro poteri per entrare al castello, e cerca di spezzare l'incantesimo.»
La buona fornaia la ringraziò, prese i tre doni e andò sotto le finestre del castello. Prese la noce, la ruppe con un sasso, e da essa uscirono stoffe meravigliose: seta, broccato, velluto, riccamente ricamati, impreziositi da gemme e da perle e da pietre preziose, con disegni meravigliosi.
«Stoffe! Stoffe preziose dal mondo!» cominciò a gridare la buona fornaia. «Stoffe per abiti da vere regine!»
La regina, che oltre a essere una strega cattiva era anche molto vanitosa, a quelle parole si affacciò e vide la buona fornaia con le stoffe. La fece chiamare di sopra in tutta fretta.
«Fatemi provare le vostre stoffe, perché al mio matrimonio voglio essere la sposa più bella del mondo.»
La buona fornaia diede la stoffa alle serve della regina. Mentre lei provava i vari drappi, la buona fornaia corse nella stanza attigua, dove si trovava il principe che sonnecchiava.
«Amore! Amore mio, mi riconosci? Sono io, sono la buona fornaia, la donna che ami! Tesoro, amore caro, svegliati, svegliati e vieni via con me.» Lo scuoteva, lo chiamava, gli gridava nelle orecchie, ma niente da fare, il principe non si svegliava. Era sotto un qualche tipo di incantesimo. La regina tornò nella stanza.
«Donna, ho scelto la stoffa. Eccovi un sacchetto di monete d'oro, grazie per il vostro servizio.»
La buona fornaia prese i soldi e se ne andò. In strada diede le monete a dei mendicanti. Aspettò il giorno dopo, e spezzò la nocciola con un sasso. Dalla nocciola uscirono scarpe meravigliose, di mille colori, con i tacchi alti, bassi, con pietre preziose, con ricami dorati, una più bella dell'altra. La buona fornaia tornò sotto le finestre della regina e come il giorno prima prese a gridare: «Scarpe! Scarpe meravigliose, scarpe preziose dal mondo! Scarpe da vere regine!»
E la regina, essendo molto vanitosa, la mandò di nuovo a chiamare, e di nuovo la lasciò sola per provare le scarpe. Di nuovo la buona fornaia corse dal principe addormentato, di nuovo lo chiamò e lo scosse e pianse, ma il principe non si svegliava. La regina tornò, le diede delle monete e la congedò.
Il terzo giorno la buona fornaia ruppe la ghianda, e dalla ghianda uscirono gioielli meravigliosi: diademi, collane, orecchini, bracciali, di pietre così grosse che non se ne erano mai viste, di metalli così preziosi e così belli da non crederci. Di nuovo si mise sotto le finestre della regina e di nuovo si mise a gridare: «Gioielli! Gioie e gioielli preziosi! Gioielli per vere regine!»
E la regina, essendo molto vanitosa, la mandò di nuovo a chiamare, e di nuovo la lasciò sola per provare o gioielli. Di nuovo la buona fornaia corse dal principe addormentato, di nuovo lo chiamò e lo scosse e pianse, ma il principe non si svegliava. La regina tornò e fece per pagarla, ma la buona fornaia la fermò.
«No, mia signora, non è il vostro oro che voglio. Una sola cosa desidero, e voi potrete tenervi tutti i miei gioielli. Voglio dare un bacio al vostro futuro sposo.»
La regina, ben felice di tenersi i denari, acconsentì. La buona fornaia andò dal principe e si chinò sul suo volto addormentato, piangendo. Con dolcezza, premette le labbra contro le sue in un tenero bacio. E a quel gesto il principe si svegliò.
«Ma tu sei la buona fornaia, la donna di cui sono innamorato! Dove sono? Dove mi trovo? Perché stai piangendo?»
La regina, furibonda, si mise a gridare. «No! No, non me lo porterai via!»
La buona fornaia e il principe cominciarono a correre. Corsero fuori dal castello e fuori dal giardino, e la strega dietro, che li inseguiva, furibonda. Ma il vestito che si era fatta con la stoffa della fata buona era pesante, molto pensate, così pesante che le impediva di muoversi. E il principe e la fornaia intanto scappavano e scappavano. La regina cercò di inseguirli, ma le scarpe della fata buona improvvisamente le stringevano, le stringevano e le stringevano, e lei non riusciva a correre. E intanto la fornaia e il principe avevano quasi raggiunto i confini della città.
La regina gridò dalla rabbia e fece per scagliare loro un incantesimo terribile, ma il diadema che aveva preso dalla fata buona, improvvisamente, si mise a stringere, a stringere e a stringere. E improvvisamente, puff, la regina cattiva era scomparsa.
La buona fornaia e il principe si sposarono, si trasferirono nel regno di lui e diventarono il re e la regina più buoni del mondo, e vissero per sempre felici e contenti.

domenica 16 gennaio 2011

Una sbirciata II


Who assassinated Hermione Granger?, di Walnut (Harry Potter). Il racconto è breve, ed è scandito dalla frase "essere un assassino" messa in bocca o in testa a persone diverse (e conseguentemente coniugata) ma sempre riferita a Draco Malfoy. Walnut organizza così una serie di "frammenti", un vivido mosaico di momenti che tratteggia il ritratto di Draco. È un racconto cattivo, e io adoro i racconti cattivi. Apprezzo molto l'incisività e la capacità di Walnut di creare atmosfera e aspettativa. Lo stile è grezzo ma molto piacevole. L'unica cosa da rimproverare all'autrice è quel "Sei un maledettissimo assassino", una cacofonica formula in "traduttese".

In te soltanto, di OttoNoveTre (Twilight). Avete presente The Matrix? Il primo film, dico. C'è una scena, in cui Neo e Cyper stanno guardando uno schermo nero dove scorrono colonne infinite di cifre, ma Cyper in quei numeracci verdognoli vede strade, persone, edifici, automobili, animali. Il mondo. Scrivere un racconto è un po' come fare entrare il lettore in Matrix, una realtà virtuale fatta di odori, sapori, rumori e immagini. L'Universo creato dalle mani dell'autore. Sembra un miracolo, una cosa eccezionale, appunto, una cosa da film, eppure non servono spinotti o pillole rosse e pillole blu, ma solo un autore capace di disegnare per noi una realtà alternativa, una storia e dei personaggi che per qualche minuto, ora, giorno, l'eternità ci risucchi un po' da qualche altra parte. OttoNoveTre è brava a farlo. Se volete lasciare per un po' la vostra sedia della scrivania, o la vostra poltrona, who cares, OttoNoveTre può offrirvi un piccolo ritaglio di universo parallelo. In questo caso, abbiamo uno spin-off sulla (non-)vita passata di Marcus, della sua sposa perduta Didyme e della crudeltà di Aro, disposto a tutto pur di ottenere (o non perdere) ciò che vuole. Si tratta di personaggi noti, tuttavia animati di una personalità ben tratteggiata attraverso dialoghi brillanti e una scenografia degna di questo nome. Un po' di palazzi, intrighi e tradimenti: abbiamo tutti bisogno di una piccola parentesi purpurea, ogni tanto. 

Sorelle, di Florence (Twilight). Questa fanfiction mi ha particolarmente colpita. La voce narrante è quella di Esme, un personaggio piuttosto secondario nella Saga della Meyer. Florence la mette in una luce completamente nuova. Lei e Rosalie. L'atmosfera è molto intrigante, perché è tutto visto attraverso la lente sofferente del punto di vista di Esme, quindi le immagini sono sempre distorte. Non c'è (quasi) niente di spiattellato, concretizzato, è tutto sotteso, e Florence riesce a creare una certa nervosa aspettativa. Lo stile è molto gradevole, la prima persona è gestita benissimo. I dialoghi, in particolare, sono molto suggestivi. 

TA-DAAAN



parbleu!



sabato 15 gennaio 2011

Dorme

"E mentre io guardo la tua pace, dorme 
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge."

Nodi


Sono tutta annodata. Ho i nodi nei capelli. Ho i nodi in testa. Ho i nodi nelle dita e ho i nodi nella lingua. Ho i nodi nello stomaco. Ho i nodi nell'umore. Ho i nodi nelle orecchie, nel naso, nel cuore. Ho nodi dappertutto, fili imbrigliati ovunque. Ho i nodi anche nelle gambe e nelle dita dei piedi, non riesco a stare comoda da nessuna parte.
Ho bisogno di un caffè.

A voler essere sinceri

Slap a bitch
Because you too can own this look of satisfaction
«Che ci posso fare? Sono stronza, acida, piena di difetti, orgogliosa, velenosa, guai a chi mi fa arrabbiare!, e sincera. Per questo ho pochi amici, perché sono troppo sincera. La gente odia la sincerità u.u»
No. Hai pochi amici perché sei stronza, acida e piena di difetti. E giustamente nessuno ti vuole tra i piedi. Davvero.

Così tanto da leggere

E così poco tempo! E occhi. E spazio in camera.

venerdì 14 gennaio 2011

Girlfriends by Single File Lyrics



Il video fa schifo ma, ehi. LOL.

Wild and Homeless Books

«Ho fatto un bingo!»


Col. Hans Landa[giddy] Ooh! That's a bingo!
[Aldo and Utivich stare at him in confusion]
Col. Hans Landa: Is that the way you say it? "That's a bingo"?
Lt. Aldo Raine: You just say "bingo".
Col. Hans LandaBingo! How fun! But I digress. Where were we?

giovedì 13 gennaio 2011

Spigolature 1


Mettiamo che decidiate di scrivere tutto ciò che vi succede mentre state, per esempio, facendo colazione la mattina: con tutta quella roba riuscireste a riempire un libro bello grosso - se includete anche tutti i milioni di impressioni sensoriali, pensieri, e immagini che vi passano per la testa ogni istante. Ma quando si tratta di tratteggiare la vita di un personaggio inventato, un romanziere deve scegliere di includere solo quelle impressioni, pensieri, riflessioni, sensazioni, sentimenti, desideri, e così via, che hanno a che fare con le motivazioni del personaggio, con lo svolgimento della trama, e con ciò che gli permette di prendere decisioni - solo quegli aspetti del personaggio che influenzeranno il modo in cui il personaggio stesso conviverà con il conflitto che dovrà affrontare nella storia.
[How to Write a Damn Good Novel, di James N. Frey] 


mercoledì 12 gennaio 2011

Magic Never Dies, capitolo 16


Harry impegnò tutte le forze che gli erano rimaste per un ultimo sguardo a Grimmauld Place. Era arpionato a letto. Cercò alla cieca Ron e Hermione, per pregarli di dargli ancora un po' di tempo prima di somministrargli la pozione. Aveva bisogno che Hermione eseguisse ancora quella cosa del Percutio, subito.Immediatamente.
Ti prego...
Udì Hermione piangere e quel suono lo sconvolse. Le stava facendo del male, la stava spaventando, ma era così vicino all'horcrux, poteva praticamente vederlo, poteva... ti prego, non piangere.
La udì dire a Ron di tenerlo fermo, e capì che voleva versargli la pozione in gola. Allungò le mani alla cieca e trovò i polsi di Ron. Li strinse così forte che lo sentì imprecare. Non aveva mai avuto con Ron il legame che aveva avuto con Hermione, la legilimanzia con lei era sempre stata una passeggiata, non doveva nemmeno sforzarsi. Non aveva nemmeno bisogno di guardarla negli occhi, ma ora non poteva permettersi questo lusso nemmeno con Ron, e il contatto fisico doveva bastargli. Doveva concentrarsi intensamente su Ron, scagliare l'incantesimo nella mente e sperare che tutte quelle sue nuove abilità non lo abbandonassero proprio in quel momento.
«Hermione, aspetta...» disse Ron improvvisamente.
Andiamo, Ron, FORZA, ti prego...
«Fai ancora quella cosa. La perc-quello che è. Penso che abbia funzionato, vuole che tu lo faccia ancora.»
Hermione non fece domande e non esitò, non si chiese perché a Ron e non a lei. Oh e quanto la stava amando per questo. La udì castare di nuovo Excrucio, sentì la bacchetta muoversi a cercare Voldemort, per trovarlo nascosto dietro ai suoi occhi.
«Ron, non posso, non lì, e se io...»
Fallo, gridò Harry attraverso Ron.
«Fallo!» esclamò Ron, sorprendendo anche se stesso.
«Percutio!» incantò frettolosamente Hermione, chiudendo gli occhi mentre lo faceva.

Random is the way

Vittoria!


Rising Sun, di jakefan, è  ora tra le scelte della sezione Twilight di efp :D Noi la conoscevamo prima che diventasse famosaaah.

Libertas, libertatis

Buonanotte.

domenica 9 gennaio 2011

Nell'altro verso


Non so nemmeno io cosa potrebbe consolarmi, eppure continuo a pretendere che lo capiscano gli altri.

Libri in pillole


Le cinque persone che incontri in cielo (The five people you meet in Heaven) di Albom Mitch.


"Eddie, vecchio e solo, ha avuto una vita come quella di tanti altri. È il giorno del suo ottantatreesimo compleanno e nel luna park in cui lavora una bambina è rimasta intrappolata nella grande ruota panoramica e rischia di cadere. Eddie si arrampica per aiutarla, ma scivola, precipita e muore. Si risveglia in cielo e scopre che il paradiso è il luogo in cui ciascuno di noi incontrerà cinque persone che gli sveleranno il senso della propria vita. Ascoltando i racconti dei cinque maestri (uno dei quali è la moglie Marguerite, morta molti anni prima), Eddie rivedrà sotto una nuova luce tutto il suo passato e capirà che anche la sua umile esistenza ha avuto un ruolo necessario nell'ordine delle cose."

Mi è stato consigliato da una persona di cui mi fido. Su non mi ricordo che sito lo hanno definito "commovente, illuminante e consolante". Sì e no. Mi è piaciuta molto la struttura "un capitolo nel passato e un capitolo nell'aldilà", ma  per i miei gusti è più stucchevole che commovente, non abbastanza originale da essere illuminante e più che consolante mi ha fatto venire in mente una madre che cerca di spiegare al proprio bambino cosa succede quando gli muore il criceto (o il pesce rosso, o il gattino, o il cagnolino, fate vobis). La struttura narrativa però è interessantissima. Fatevelo prestare.

La cena (Diner Het) di Herman Koch
"I due fratelli Paul e Serge Lohman si incontrano con le rispettive mogli per una cena in un lussuoso ristorante. Sembra la classica cena tra parenti che non hanno molto da spartire ma che mantengono la graziosa facciata di piacevolezza tipica delle famiglie alto-borghesi, dove si cena insieme sì, perché è così che si fa, anche se ci si sta antipatici. E Serge è candidato a diventare Primo Ministro olandese, è bello farsi vedere a cena fuori con i parenti. Ma il vero problema è un altro: i figli di Paul e Serge, Micheal e Rick, hanno picchiato e ucciso una barbona che dormiva nel vano di un bancomat. Su tutti i telegiornali viene trasmesso il video della sorveglianza: i volti dei due sono nascosti, ma i genitori li hanno riconosciuti. E ora devono decidere cosa fare."
L'ho comprato, un po' perché mi ispirava la copertina e un po' perché dovevo, perché stupidamente ho fatto la tessera da Mondolibri (una vera e propria fregatura). Mi è piaciuto moltissimo. Non leggete le sinossi su internet, perché rischiate di beccarvi uno spoiler, e questo libro va goduto senza prevenzioni di sorta: è uno scivolo di angoscia e di colpi di scena, reso ricco dalla intensissima prima persona della narrazione, raccontata dalla voce di Paul Lohman. Non ho letto il libro in lingua originale, perciò non posso dirvi se la traduzione è buona o meno, ma per essere "traduttese" lo stile fila che è un piacere. L'ho finito in una giornata, perché mi ha proprio risucchiata. Consigliatissimo.

Red, di Jack Ketchum
"Red è il cane del vecchio Avery Ludlow, ma è molto più di un cane: è tutto ciò che gli è rimasto al mondo, è il suo amico fedele, la sua famiglia. Nonostante abbia ormai quattordici anni, riesce ancora ad accompagnarlo a pescare, e a riscaldare la sua esistenza con i pacifici occhi buoni, con i suoi silenzi e il suo amore incondizionato. Un giorno, proprio mentre sono a pesca, tre teppisti sparano in testa a Red per il gusto di farlo, se non per il piacere di fare del male. Avery cerca giustizia per il suo amico."
Altro acquisto "obbligato", a causa di Mondolibri. È stata una scoperta piacevole. Ketchum è molto bravo a tenere alta la tensione, e il vecchio Avery è un uomo per il quale ti trovi a provare istintivo affetto. La trama è piuttosto semplice, ma riesce a essere intensa, commovente a suo modo. Non vale la spesa di quindici e passa euro, ma se lo trovate a meno o riuscite a farvelo prestare o a scaricarlo da qualche parte vale la pena di leggerlo.

Lasciami entrare (Lat den Ratte Komma in) di John Ajvide Lindqvist
"Fa freddo, freddissimo, e la città è piccola e grigia, anche di giorno, anche quando la luce del sole dovrebbe rendere tutto meno inquietante. Nella città piccola grigia c'è un bambino piccolo e grigio, che si sente solo. Ci sono dei nuovi vicini, persone strane, che tappano le finestre e non parlano con nessuno, e hanno "uno strano odore". E poi cominciano a succedere cose strane, un ragazzo muore, un uomo scompare, cose brutte davvero."

«Perché io sono come te»
«Come sarebbe a dire come me? [...] Io... non uccido le persone»
«No. Ma vorresti farlo. Se potessi. E lo faresti sicuramente in caso di necessità»
«Perché li odio. C'è una bella..»
«Differenza? È questo che vuoi dire?»
«Sì»
«Se potessi cavartela. Se succedesse e basta. Se tu potessi augurare a qualcuno di morire e quello morisse. Lo faresti allora?»
«Sì»
«Sì. E lo faresti soltanto per il tuo piacere. Per vendetta. Io lo faccio perché devo. Non esiste un altro modo»
«Ma è perché loro mi fanno male, mi prendono in giro, perché io voglio...»
«Perché tu vuoi vivere. Proprio come me»
Ho visto prima il film (Lasciami entrare, di Tomas Alfredson) e ne sono rimasta folgorata. Poi ho letto il libro ed è pazzesco! È un libro horror/sentimentale, come avrebbe dovuto essere Twilight se solo la Meyer non fosse una totale imbecille. È pauroso e cattivo e l'atmosfera è agghiacciante. Niente patina hollywoodiana alla Twilight questa volta, grazie al cielo, niente vampiri glassati di zucchero che brillano al sole: naah, questa volta tornano le fiabe cattive, quelle creature che possono muoversi solo di notte, che devono uccidere per sopravvivere, che per entrare in una stanza devono essere invitati... un fascino crudele e inquietante. La paura è sottile e vera, nervosa, anche se di definire questo libro solo come horror forse è un'ingiustizia, perché c'è più dello spavento, la paura è un'altra cosa. Il finale è stato definito "onirico": sì, un finale da incubo. È un finale triste e terribile e giustissimo, che mi è piaciuto molto. Lo consiglio vivamente.
Lo trovate su e-Mule (eBook.ITA.3540.John.Ajvide.Lindqvist.Lasciami.Entrare.(doc.lit.pdf.rtf).[Hyps].rar), mentre il film si reperisce facilmente su un qualsiasi sito di streaming. Vale la pena, davvero.

sabato 8 gennaio 2011

Tea

Inception

« Qual è il parassita più resistente? Un'idea. Una singola idea della mente umana può costruire città. Un'idea può trasformare il mondo e riscrivere tutte le regole. Ed è per questo che devo rubarla. »

Il magico trio

Non potevo non metterla :-)

Una sbirciata

«Le strane relazioni di Miss Ginevra Weasley», di teabox (Harry Potter). Lo consiglio perché teabox ha la rara capacità di far procedere a braccetto trama e stile narrativo. È un racconto a puntate molto breve; è organizzato in modo singolare, la telecamera si trova sulla spalla di un personaggio originale, l'Auror proposto alle indagini sulla scomparsa di Ginny. È un po' un giallo e un po' un dramma sentimentale. I personaggi sono caratterizzati benissimo. È tutto da godere anche per l'atmosfera so british che si respira.
«Inheritance», di Artemisia89 (Harry Potter). È una delle Harry/Hermione più graziose che abbia mai letto. L'autrice riesce a gestire il racconto su due piani narrativi, mescolando con sapienza gli ingredienti della leggenda e dell'Irlanda alla base ormai nota dell'universo Rowlinghiano. Lo stile è lucente. Ha un sapore un po' antico.
«Quando il tempo passa», di AlexielFay (Twilight). Un breve dialogo tra Bella, vampira, e Jacob. Malinconico, un cioccolatino al caffè, che si scioglie in bocca ma che ha una punta di amarezza, da qualche parte. Godibile.


«... Se io fossi la tua ragazza?», di cenerella

Autrice - cenerella
Categoria - Originali >> Romantico (Per me è più vicino alla commedia)
Genere - Slice of Life
Rating - Giallo
Nota dell'autrice - Uno scrittore, bell'uomo, seduttore incorreggibile e la ragazza della copisteria. Un pomeriggio tardi, prima di cena...
Questo è il capitolo finale di un esperimento collettivo. Mi piace molto partecipare alle FF di gruppo ma, mi sono resa conto che i miei contributi funzionano quasi sempre anche come OS. Non lo faccio apposta...mi vengono così.

Conoscete il modo di dire "saprebbe rendere interessante persino la nota della spesa"? Qui cenerella dimostra come si può affascinare con la ricetta delle mele cotte. Leggere per credere :-)

Athanor bis



A febbraio si ricomincia con Athanor.
:-)


P.S.
Facciamo un gioco. Solomon Forge ha il volto di un attore, nella mia testa. Chi indovina che attore è, vince una recensione a quello che vuole. Suggerimento: è un attore straniero.

giovedì 6 gennaio 2011

Panna da barba

Ho pubblicato una piccola one-shot, oggi. Era da tanto che non scrivevo, ed è stato come ricominciare a fare jogging: dopo due righe ero senza fiato, ho sudato come un maiale e adesso mi fanno pure male le giunture. Se avete voglia di darci un'occhiata - e magari lasciarci pure un parere, la trovate qui.

Una curiosità


prima di andare a dormire. Stavo spulciando le origini del traffico di questo blog. Posso sapere chi mi ha trovato cercando
il barone rampante bambine brutte?
Sì, proprio così. "Il barone rampante bambine brutte". Voglio davvero saperlo. Come? Ma soprattutto, perché?
Cordialmente,
Kukiness