Ci sono tanti modi per turbare un fanwriter alle prime armi e nessuno lo sa meglio dei grammar nazi! Punteggiatura e Mary Sue a parte, ho notato che ultimamente va un sacco di moda la storia dell'impaginazione, roba che neanche i capo redattori col dente più avvelenato.
Vediamo di chiarire un po' le idee a quelli che, presi molto ma molto male, ci tengono a mettere il vestito della domenica alla loro fanfiction. Il che è legittimo, eh. Per carità.
(Ma sarà mica un post serio? Lo sarà?)
(Ma sarà mica un post serio? Lo sarà?)
Prima di tutto, che cavolo è questa "impaginazione" e perché è tanto importante - lo è? L'impaginazione è l'aspetto puramente grafico con cui si presenta il vostro testo al momento della pubblicazione, né più né meno. È importante perché, come si dice, anche l'occhio vuole la sua parte; un testo ordinato e pulito farà sicuramente un'impressione migliore rispetto a uno sciatto e disordinato; una pagina con sfondo bianco e scritte nere sarà più facile da leggere rispetto a una dallo sfondo nero e le scritte rosse, e perciò più piacevole, eccetera eccetera.
Sì, lo so cosa state pensando: "Kuki, per la miseria, ma sono solo fanfiction!" Ssssì, è vero. Infatti io non vado a rompere le palle alla gente su questioni come il font e la giustificazione del testo, ma è anche vero che se una fanfiction è scritta in Impact 14, in rosa ed è allineata da destra verso sinistra... diciamo che c'è un buon 80% di probabilità che io la chiuda prima di averla finita. Il restante 20% è la probabilità che la chiuda prima di averla iniziata.
Vediamo quindi come fare a rendere le vostre fanfiction belle dentro e fuori!
"C'è solo un modo in cui potrai dar gioia a tutte noi: un font pur che sia di buona dinastia!" |
1) Font
Il 98% dei libri in Italia è stampato in Garamont. Il 98% dei libri nei paesi anglosassoni è stampato in Times New Roman. Ma, badate bene, non il nostro Times schiacciato e spigoloso, adatto più alle colonne strette dei giornali che alle pagine di un libro, ma un Times più tondeggiante e disteso e perciò più piacevole da guardare. Non fatevi perciò impressionare da chi vi impone il Times New Roman a tutti i costi.
La domanda quindi è: esiste un font migliore? E se non esiste, con quale criterio devo scegliere quello con cui scrivere?
Non esiste un font "migliore", nel senso che non c'è una regola che vi imponga di usare un font rispetto a un altro. C'è però il criterio del buon senso, meglio conosciuto come "se il lettore non capisce nemmeno cosa c'è scritto, come posso sperare che arrivi in fondo alla pagina"?
I font più gettonati per la scrittura sul web sono l'Arial, il Times New Roman, l'Impact, il Georgia e il Verdana.
L'Arial è senza infamia né lode e recentemente è stato sostituito dal Calibri (che mi pare sia il font di default della nuova versione di Word). È una scrittura schiacciata e si legge solo a dimensioni superiori al 10. C'è di peggio, certo, ma c'è anche di meglio, molto di meglio.
Il Times New Roman è gradevole quando è stampato, perché è, come abbiamo già detto, allargato e ammorbidito, ma sullo schermo del computer non è altrettanto efficace: stretto, un po' ostile, non è molto consigliabile per la scrittura sul web.
L'Impact è utilizzabile solo come titolo, meglio evitarlo per il corpo del testo, perché è fastidioso da leggere.
Il Georgia, al contrario del Times New Roman, è stato progettato per la lettura online: è tondeggiante, spazioso, piacevole ed è il font più indicato rispetto a quelli analizzati finora.
Anche il Verdana è stato progettato esplicitamente per la lettura a schermo. Personalmente preferisco il Georgia, ma il Verdana è molto apprezzato ed è facile da leggere.
Buon senso, mi raccomando!
2) Dimensione
L'ideale è il 12 punti. Né più né meno. Troppo piccolo sforza gli occhi, troppo grande infastidisce; non è vero che il corpo più grande facilita la lettura. A seconda del font scelto, potreste aver bisogno di un 14, ma l'ideale è il 12 punti.
3) Rientro
Un modo per facilitare la lettura e rendere il corpo più leggero è quello di impostare il rientro. Cos'è il rientro? Letteralmente, è il fatto che la prima riga del paragrafo "rientri" leggermente nel testo rispetto alle altre. Badate bene, solo la prima riga, non l'intero paragrafo! Questo è un esempio di rientro:
Il rientro ideale è di 5 mm. Un rientro più ampio è fastidioso: è tipico delle impostazioni da tesi, e il vostro è un racconto, non una tesi, e c'è una bella differenza.
4) Spaziatura tra i paragrafi
L'interlinea o la spaziatura tra i paragrafi è lo spazio bianco che si imposta tra la linea di base di una riga e quella della successiva. Questo è un esempio di spaziatura tra i paragrafi:
Non fate l'errore di scrivere una riga e andare due volte a capo per creare uno spazio divisorio marcato tra i vari paragrafi! La dimensione dell'interlinea va a gusto. Io di solito raddoppio quella base, perché non mi piacciono gli spazi troppo marcati, ma de gustibus.
5) Sinistra, destra, giustificato
Il testo va scritto in giustificato, cioè così:
Ricordatevi inoltre che cambiare colore dà alla vostra fanfiction una patina da libro per bambini/diario scolastico di quinta elementare. Magari la vostra è una fanfiction drammatica, ricca di momenti commoventi; volete davvero correre il rischio di rovinare l'atmosfera e di farvi prendere poco sul serio passando da un crayola all'altro?
Che post noioso e seriosissimo!
La domanda quindi è: esiste un font migliore? E se non esiste, con quale criterio devo scegliere quello con cui scrivere?
Non esiste un font "migliore", nel senso che non c'è una regola che vi imponga di usare un font rispetto a un altro. C'è però il criterio del buon senso, meglio conosciuto come "se il lettore non capisce nemmeno cosa c'è scritto, come posso sperare che arrivi in fondo alla pagina"?
I font più gettonati per la scrittura sul web sono l'Arial, il Times New Roman, l'Impact, il Georgia e il Verdana.
L'Arial è senza infamia né lode e recentemente è stato sostituito dal Calibri (che mi pare sia il font di default della nuova versione di Word). È una scrittura schiacciata e si legge solo a dimensioni superiori al 10. C'è di peggio, certo, ma c'è anche di meglio, molto di meglio.
Il Times New Roman è gradevole quando è stampato, perché è, come abbiamo già detto, allargato e ammorbidito, ma sullo schermo del computer non è altrettanto efficace: stretto, un po' ostile, non è molto consigliabile per la scrittura sul web.
L'Impact è utilizzabile solo come titolo, meglio evitarlo per il corpo del testo, perché è fastidioso da leggere.
Il Georgia, al contrario del Times New Roman, è stato progettato per la lettura online: è tondeggiante, spazioso, piacevole ed è il font più indicato rispetto a quelli analizzati finora.
Anche il Verdana è stato progettato esplicitamente per la lettura a schermo. Personalmente preferisco il Georgia, ma il Verdana è molto apprezzato ed è facile da leggere.
Buon senso, mi raccomando!
Scritto grande, così capisco! |
2) Dimensione
L'ideale è il 12 punti. Né più né meno. Troppo piccolo sforza gli occhi, troppo grande infastidisce; non è vero che il corpo più grande facilita la lettura. A seconda del font scelto, potreste aver bisogno di un 14, ma l'ideale è il 12 punti.
3) Rientro
Un modo per facilitare la lettura e rendere il corpo più leggero è quello di impostare il rientro. Cos'è il rientro? Letteralmente, è il fatto che la prima riga del paragrafo "rientri" leggermente nel testo rispetto alle altre. Badate bene, solo la prima riga, non l'intero paragrafo! Questo è un esempio di rientro:
Del giorno del suo diploma, Charlie ricordava il colore rosso ciliegia delle unghie della preside Johnson, che gli aveva consegnato il rotolo di pergamena. Del giorno del funerale di suo padre, ricordava il cigolio delle suole dei mocassini del reverendo Irving sul pavimento della chiesa. Del giorno del suo primo incidente d'auto, ricordava che allo specchietto retrovisore dell'altra automobile era appeso un peluche a forma di pinguino, con una sciarpa gialla. Del giorno del suo matrimonio, ricordava che l'unica canzone di Elvis Presley presente nel jukebox era Hound Dog.
Il rientro ideale è di 5 mm. Un rientro più ampio è fastidioso: è tipico delle impostazioni da tesi, e il vostro è un racconto, non una tesi, e c'è una bella differenza.
"Servi il rientro giusto!" |
4) Spaziatura tra i paragrafi
L'interlinea o la spaziatura tra i paragrafi è lo spazio bianco che si imposta tra la linea di base di una riga e quella della successiva. Questo è un esempio di spaziatura tra i paragrafi:
«Sì, lo vedo.» Amy prese la ciotola verde sul tavolo e ci versò dentro altra farina. «Quindi vuoi un consiglio per un bel regalo. Non potevi chiedermelo subito? La conversazione sarebbe durata sì e no trenta secondi.»
Il Dottore rimase zitto con aria piccata.
«Okay, beh, se lo chiedi a me...» Amy ruppe un uovo sul bordo della ciotola. Il rosso e il bianco caddero con un plof nella farina. «Merda.»
«Cosa?» Il Dottore spalancò la bocca con aria sconvolta e sgranò gli occhi a dismisura. «Amelia Pond! Grande Giove, pensi davvero che potrei mai... Che River potrebbe mai... E poi perché mai... Sul serio?»
«No, Dottore! Non dicevo merda a te! Mi è finito il bianco nella ciotola. Ci dovevo mettere solo il rosso.»Ampliate leggermente l'interlinea. La spaziatura tra i paragrafi rende la pagina più snella e più piacevole da leggere.
Non fate l'errore di scrivere una riga e andare due volte a capo per creare uno spazio divisorio marcato tra i vari paragrafi! La dimensione dell'interlinea va a gusto. Io di solito raddoppio quella base, perché non mi piacciono gli spazi troppo marcati, ma de gustibus.
5) Sinistra, destra, giustificato
Che macello di allineamento... |
Il vecchio guardò il cane che lo osservava fissandogli le mani che infilavano l'amo attraverso il verme di plastica marrone fino alla coda arancione brillante, il vecchio cane sdraiato sulla riva, in una pozza di sole del tardo pomeriggio che filtrava attraverso gli alberi. Dopo tutto quel tempo, l'animale era ancora incuriosito da lui, incuriosito soprattutto dalle sue mani. Era come se, per il cane, le mani e ciò che le mani sapevano fare facessero la differenza tra una creatura e l'altra, e gli bastava così.
E non così (allineato a sinistra):
Il vecchio guardò il cane che lo osservava fissandogli le mani che infilavano l'amo attraverso il verme di plastica marrone fino alla coda arancione brillante, il vecchio cane sdraiato sulla riva, in una pozza di sole del tardo pomeriggio che filtrava attraverso gli alberi. Dopo tutto quel tempo, l'animale era ancora incuriosito da lui, incuriosito soprattutto dalle sue mani. Era come se, per il cane, le mani e ciò che le mani sapevano fare facessero la differenza tra una creatura e l'altra, e gli bastava così.
Men che mai così (allineato a destra):
Il vecchio guardò il cane che lo osservava fissandogli le mani che infilavano l'amo attraverso il verme di plastica marrone fino alla coda arancione brillante, il vecchio cane sdraiato sulla riva, in una pozza di sole del tardo pomeriggio che filtrava attraverso gli alberi. Dopo tutto quel tempo, l'animale era ancora incuriosito da lui, incuriosito soprattutto dalle sue mani. Era come se, per il cane, le mani e ciò che le mani sapevano fare facessero la differenza tra una creatura e l'altra, e gli bastava così.
Va tanto di moda allineare il testo delle poesie e dei testi "introspettivi" (ma perché, poi?) in maniera strana, tutto centrato o tutto a destra. Non ho mica ancora capito perché. Io la trovo una bizzarria un po' pretenziosa, che di solito non ha una vera giustificazione concreta sotto la facciata. È come truccarsi troppo vistosamente, quando non si ha la faccia carina.
Comunque, come vedete, il testo in giustificato è molto più ordinato ed elegante. Quello allineato a sinistra invece ha un aspetto disordinato e un po' sciatto.
6) Lunghezza della riga
Righe brevi significano meno movimento per gli occhi e perciò meno fatica per il lettore. Se riuscite a fare un corpo di testo con margini ampi e paragrafi compatti, meglio! Se non ci riuscite... meglio se ci provate, va.
7) Norme redazionali
Qui trovate le norme redazionali di dieci importanti case editrici italiani. Non sono regole grammaticali, okay? Non spacciatele come tali e non bevetevele come tali. Sono la veste redazionale preferita da ciascuna casa editrice, che la applica poi ai romanzi che acquista. Potete scegliere le virgolette che vi piacciono di più, basta che le seguiate con coerenza. Ogni editore ha le sue norme e ogni autore i suoi gusti. L'importante è che non presentiate un testo dove ci sono qui le lineette, lì i caporali e più avanti le inglesi.
8) Colori
Vi prego, vi prego, VI PREGO. Non fatevi prendere la mano, okay? Sfondo bianco, testo nero. E BASTA. Non in blu per il PDV di Edward e rosso per il PDV di Bella, non giallo per il passato e blu per il presente. NO. Come ho già detto qui:
È una cosa vietata? No. Non c'è nessuna regola che vi impedisce di scrivere in giallo canarino quando parlano le femmine e in verde scuro quando parlano i maschi e in viola quando parlano i transessuali. Però qual è il risultato?
1) Inutilmente complicato! Se c'è bisogno di una legenda a inizio capitolo, già la faccenda puzza. Il lettore deve ricordarsi quale colore state usando per chi, quale font state usando per cosa, quale dimensione state usando per dove. Oltre a seguire la storia, capire cosa sta succedendo ed empatizzare per i personaggi, deve fare uno sforzo in più di memoria, che il più delle volte non vale la pena. Una cosa è memorizzarsi tutti i personaggi di una grossa saga familiare e ricorrere spesso alla legenda finale per non perdere il filo (in quel caso è necessario, perché la presenza dei personaggi è funzionale alla trama e all'andamento della storia), un'altra è essere costretti a barcamenarsi tra diciassette colori diversi e altrettanti font perché voi autori non avete trovato un modo migliore per introdurmi a un cambiamento di scena.
2) Anche nel caso in cui i colori siano solo due, per due sole situazioni - quindi dopo lo straniamento iniziale il lettore non ha difficoltà a ricordarsi a cosa corrispondano i colori - per me siamo sempre nel territorio del meh. Quello del colore è un dettaglio talmente superficiale e accessorio, talmente frivolo, e solitamente attribuito a cose che sono facilmente introducibili in maniera diversa, che la sua presenza in una storia è più motivo di distrazione che altro.
Io potrei benissimo introdurre i dialoghi di Harry con l'asterisco e quelli di Ginny con il cancelletto, niente me lo vieta, ma è naturale che il lettore, a lungo andare, si chieda "perché?"
Scrivere:
Ginny incrociò le braccia al petto. "Sei in ritardo. Come al solito."
Harry arrossì. "Questa volta ho una buona ragione."
e scrivere
Ginny incrociò le braccia al petto. "Sei in ritardo. Come al solito."
Harry arrossì. "Questa volta ho una buona ragione."
o scrivere
Ginny incrociò le braccia al petto. *Sei in ritardo. Come al solito.*
Harry arrossì. #Questa volta ho una buona ragione.#
È LA STESSA. IDENTICA. COSA. Il colore non aggiunge una sfumatura in più, l'asterisco non mi chiarisce meglio chi sta parlando con chi, sono solo elementi di confusione.
Ricordatevi inoltre che cambiare colore dà alla vostra fanfiction una patina da libro per bambini/diario scolastico di quinta elementare. Magari la vostra è una fanfiction drammatica, ricca di momenti commoventi; volete davvero correre il rischio di rovinare l'atmosfera e di farvi prendere poco sul serio passando da un crayola all'altro?
Che post noioso e seriosissimo!
2 commenti:
Interessante.
Io son pigra e tutti i miei sforzi per l'impaginazione si riducono a... praticamente niente.
Certo, non uso caratteri illeggibili.
Ultimamente mi son buttata sul Cambria, più rotondeggiante rispetto al TNR e piuttosto simile al Georgia.
E questo proprio tutto xD
Mi piace un sacco questo articolo. Io di solito scrivo in times new roman, proverò a usare il Georgia.
In effetti non ci avevo mai pensato.
Come al solito, le tue sottolineature sono sempre preziose ^_^
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