Io non inciampo sui gradini, precipito dai burroni. È una filosofia di vita e non ci posso fare niente.
sabato 30 luglio 2011
mercoledì 20 luglio 2011
Libresse
Non mi ricordo più dove ho letto questa affermazione, ma la trovo assolutamente vera:
Nulla induce di più alla menzogna della domanda "Hai letto questo libro?".
I libri inducono alla menzogna. Il leggerli, non lo scriverli, dal momento che scrivere una storia "inventata" è già di per sé, in senso lato, mentire, e noi non vogliamo far piovere sul bagnato.
Sarà capitato anche voi di chiedere - o di partecipare a una discussione dove l'argomento fosse - "Qual è il tuo libro preferito?". Una delle domande più terrificanti della storia, vero? Io sono fermamente convinta che ognuno di noi abbia un libro (o un film, o una canzone) nel cuore, e che quel libro (o film, o canzone) non debba necessariamente essere il migliore che si letto (o visto, o sentito). Il libro preferito è una questione di... pancia, più che di testa. Almeno per come la vedo io. È come quando ci si innamora, e l'uomo (o la donna) che si ama non c'entra un piffero con l'uomo/la donna dei nostri sogni. In "500 days of summer", uno dei personaggi dice, riferendosi alla propria fidanzata: "Robin is better than the girl of my dreams. She's real".
Il punto è: non ci si innamora di una persona perfetta, ci si innamora della nostra persona. Così per i libri.
Tornando alla domanda "Qual è il tuo libro preferito?". Se vale la regola "Sei quello che mangi", credo che si possa dire anche "Sei quello che leggi". Qualcuno che conosciamo solo superficialmente ci chiede "qual è il tuo libro preferito?" e la reazione è orrore puro, perché, oddio, se gli dico il titolo e a lui non piace e ci faccio la figura di quello che legge schifezze? O peggio, siamo consapevoli del fatto che il nostro libro preferito sia, beh, non proprio il miglior titolo in circolazione. O, semplicemente, senza che occorra il fattore vergogna, è probabile che uno voglia solo fare... bella figura. E allora partono le balle.
domenica 17 luglio 2011
Costipazione
Eccomi di ritorno dopo mesi che non mi faccio sentire. C'è ancora qualcuno che mi legge? Ciao, tu che mi leggi ancora. Devi essere un tipino paziente! Oppure sei mia madre. Ciao, mamma!
Beh, chiunque tu sia, fa proprio caldo in questi giorni, vero? Per me sono stati due mesi d'inferno: un po' il caldo, un po' gli esami universitari, un po' cazzi vari e di varia natura, un po' il blocco dello scrittore. E quando parlo di 'blocco dello scrittore' parlo di costipazione di quelle serie. In questi giorni mi sono letteralmente sforzata di buttare giù qualcosa (il risultato lo trovate qui) e riprendere la mano non è facile. Il problema maggiore è il perfezionismo. Fisso la pagina bianca per qualcosa tipo mezz'ora. Scrivo due parole due. Le rileggo. Le cancello. Riscrivo la prima parola. Ci penso su un attimo e riscrivo anche la seconda. Ne aggiungo una terza. Le rileggo. Riscrivo. E così trascorre il mio già scarno tempo libero, tra nevrosi e costipazione.
Renée è una one-shot che non mi dispiace. Mi soddisfano soprattutto i dialoghi. Non sono del tutto persuasa dal finale. Volevo renderlo brutale, ma non brutale in senso negativo, non so se mi spiego. No che non mi spiego, lo so, abbiate pazienza.
Prometto di aggiornare più spesso. Potrebbe aiutarmi con la costipazione, non si sa mai.
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