Il flame, questo sconosciuto. Ma anche no, purtroppo.
Ultimamente, di flame ce ne sono stati un bel po’. Tutti
invariabilmente ridicoli, ma è un po’ un binomio inscindibile, tipo Cip e Ciop,
il cacio e i maccheroni, Batman e Robin o Vianello e la Mondaini. Se è flame,
tendenzialmente è idiota.
Io me lo ricordo – con orrore -, una volta pure io sono stata
protagonista di un flame anche se non avevo capito cosa stava succedendo
esattamente. Lo so che raccontata così sembra una cosa da demenza profonda e
infatti la è ma, insomma, avevo partecipato a un contest con una mia fanfiction
e avevo ricevuto un giudizio bruttarello, che di per sé non era una cosa grave,
ma si sono incazzati un po’ tutti quindi già che c’ero mi sono inalberata anche
io. Avevo persino vinto un Fail di Owasa – e quindi sono stata molto triste
quando ho scoperto che Owasa in realtà non esisteva e che dietro questo nome si
celava gente molto meno dura e pura. Se non state capendo di cosa parlo, non
importa: non vi siete persi nulla di avvincente. Comunque, per dire, il flame
capita. Un po’ come i brufoli la mattina di un appuntamento importante.