mercoledì 20 luglio 2011

Libresse


Non mi ricordo più dove ho letto questa affermazione, ma la trovo assolutamente vera:
Nulla induce di più alla menzogna della domanda "Hai letto questo libro?".
I libri inducono alla menzogna. Il leggerli, non lo scriverli, dal momento che scrivere una storia "inventata" è già di per sé, in senso lato, mentire, e noi non vogliamo far piovere sul bagnato. 

Sarà capitato anche voi di chiedere - o di partecipare a una discussione dove l'argomento fosse - "Qual è il tuo libro preferito?". Una delle domande più terrificanti della storia, vero? Io sono fermamente convinta che ognuno di noi abbia un libro (o un film, o una canzone) nel cuore, e che quel libro (o film, o canzone) non debba necessariamente essere il migliore che si letto (o visto, o sentito). Il libro preferito è una questione di... pancia, più che di testa. Almeno per come la vedo io. È come quando ci si innamora, e l'uomo (o la donna) che si ama non c'entra un piffero con l'uomo/la donna dei nostri sogni. In "500 days of summer", uno dei personaggi dice, riferendosi alla propria fidanzata: "Robin is better than the girl of my dreams. She's real". 
Il punto è: non ci si innamora di una persona perfetta, ci si innamora della nostra persona. Così per i libri.

Tornando alla domanda "Qual è il tuo libro preferito?". Se vale la regola "Sei quello che mangi", credo che si possa dire anche "Sei quello che leggi". Qualcuno che conosciamo solo superficialmente ci chiede "qual è il tuo libro preferito?" e la reazione è orrore puro, perché, oddio, se gli dico il titolo e a lui non piace e ci faccio la figura di quello che legge schifezze? O peggio, siamo consapevoli del fatto che il nostro libro preferito sia, beh, non proprio il miglior titolo in circolazione. O, semplicemente, senza che occorra il fattore vergogna, è probabile che uno voglia solo fare... bella figura. E allora partono le balle.


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