sabato 4 febbraio 2012

How to train your Mary Sue


Cara Kukiness,
mi chiamo Victor Frankestein e non ho un problema di cuore, visto che dal cimitero ne posso prendere quanti ne voglio, bensì di scrittura creativa. Vedi, ho scritto questa bellissima fanfiction di Harry Potter, dove alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts arriva una nuova e misteriosa studentessa: Brittany Balthazar Argentlam Rossi, che porta con sé un terribile segreto. Sono già al capitolo ventisette, ma ho ricevuto solo tre recensioni, di cui due di Igor, il mio fidato beta-reader gobbo. Io non capisco: perché nessuno ama la mia creatura? Lei è perfetta e ha un sacco di superpoteri e salva Harry Potter dalla morte per ben cinque volte. Perché non piace a nessuno? Cosa deve fare uno scienziato pazzo per far amare il suo OC?
Distinti saluti,
V. F.





Un aneddoto di vita vera per davvero prima di cominciare. Ciao, sono Kukiness e quando giocavo a Tomb Raider non vedevo l'ora di trovare una bella rupe alta-alta dalla quale, dopo aver salvato la partita, facevo buttare di sotto Lara Croft e la facevo schiantare al suolo proprio di faccia. SPLAT. Era bello perché urlava anche in maniera piuttosto sofferta, tipo AUUUAAAAARGH. Poi spegnevo, ricaricavo dall'ultimo salvataggio e via verso nuove avventure. 

Vi chiedete perché vi ho raccontato questo? (Per spaventarci a morte con i tuoi accenni di personalità multipla, Kuki?, diranno quelli che non hanno mai giocato a Tomb Raider) (No, tranquilli, c'è un perché a tutto) Perché oggi parleremo di Mary Sue e di perfezione molesta e soprattutto ci chiederemo perché le parole "Mary Sue" e "perfezione" vanno sempre a braccetto e se vale l'equivalenza inversa (Mary Sue = personaggio perfetto allora personaggio perfetto = Mary Sue). 

Quante fastidiose domande indirette! 

Lara, mentre ripassa i nomi degli imperatori romani e intanto fa qualcos'altro.

Mary Sue è un termine molto (stra ab)usato nel mondo delle fanfiction. Quando qualcuno vuol far capire che si intende un po' di scrittura e vuole pure fare la voce grossa con i niubbetti, due jolly tira di solito fuori dalla manica lisa per il troppo scrivere: "le storie con le kappa non si possono vedere!!! Stuprano la grammatica!!!" e "le storie con le Mary Sue non si possono vedere!!! Che sofferenza!!!". 

All'occhio dei meno esperti, l'uso del kappa al posto della c (vogliamo far vedere che ho studiato linguistica?, il grafema < k > al posto del grafema < c >  per il fonema /k/) è praticamente l'equivalente fanfiction dell'uccidere tua madre e poi impalarne la testa fuori dalla porta. Idem per le Mary Sue. Sopproblemi.

Fino alla kappa e alla ci, dai, ci arrivano tutti. Ma cosa sono queste Mary Sue? Visto che siamo persone di cultura per davvero, affidiamoci a quel pozzo di scienza che è Wikipedia:
[...] Nella maggior parte dei casi, "Mary Sue" è un personaggio monodimensionale, poco sviluppato, troppo potente e troppo perfetto per risultare simpatico ai lettori.
Il termine si può associare anche:

  • personaggi con caratteristiche particolarmente innaturali. Tra queste le più comuni sono occhi e capelli di colori inesistenti, poteri magici o abilità sovrumane (quando in contesto, poteri e abilità superiori a qualsiasi altro personaggio), oggetti o animali non realistici e/o un passato incredibilmente tragico.
  • personaggi dotati di fortuna incredibile, molto al di sopra di ogni realistica possibilità. Questa caratteristica si nota soprattutto nei plot romantici (Mary Sue alla fine riesce a trovare il suo uomo) e avventurosi (Mary Sue sa sempre cosa fare e vince ogni combattimento) e per quanto riguarda la popolarità (le persone "giuste" saranno sempre intorno a lei). Questo non riguarda coloro che dopo grandi fatiche "vivranno felici e contenti", ma proprio coloro che non affrontano nessun pericolo o quasi.
  • personaggi oggetto di ovvio favoritismo da parte dell'autore, che fornisce loro un ruolo molto preminente (tipico di una Mary Sue è il rubare continuamente la scena ai protagonisti "ufficiali", "canonici") e ne sottolinea ripetutamente i meriti, per bocca del narratore o degli altri personaggi della storia.


Apparentemente tutto sembra ruotare intorno alla perfezione e ai modi diversi in cui essa può essere espressa: straordinaria bellezza, straordinarie doti, straordinario background (possibilmente angst), straordinaria fortuna, straordinaria straordinarietà, con ghiaccio e limone. Apparentemente, quindi, basta evitare di inserire questo genere di dettagli nella storia e siamo salvi! Niente Mary Sue! Wikipedia saves the day again.

Ma è davvero così semplice?

Prendiamo come esempio la storia di questo tizio che conosco io, a cui non hanno sterminato solo la famiglia, non hanno sterminato solo il villaggio, non hanno sterminato solo la nazione, no, a questo tizio hanno sterminato tutto un pianeta (passato tragico), e finisce che lui è (quasi) l'unico sopravvissuto! Finisce sulla Terra e dai, almeno qui spacca di bbbrutto perché lui ci ha la super forza (ma super da sollevare un Boeing 747 con tanto di passeggeri e valige con una mano), ci ha il potere del volo, è invulnerabile, ci ha la vista a raggi ics e dei raggi che partono dagli occhi e distruggono le cose e il super udito e la voce super potente e un sacco di altre cose fighissime che se le elenco tutte non finisco più (poteri magici o abilità sovrumane (quando in contesto, poteri e abilità superiori a qualsiasi altro personaggio)). Non guasta poi che sia un gran bel vedere: alto, muscoloso, occhi azzurri, capelli neri, bel mascellone squadrato e sorriso da squeeek eccitati (bellezza straordinaria). Non solo! Lui è buono e tenero che si taglia con un grissino, dice sempre la verità, combatte per il bene e risparmia i nemici fetenti quando li sconfigge anche se loro sono stati proprio fetenti tipo che hanno rubato il plutonio radioattivo per costruirci una superbomba con cui minacciare la Terra e gli hanno pure quasi ucciso la ragazza nel frattempo (bello dentro e fuori). Ovviamente quando combatte contro i nemici fetenti, in qualche modo deve pure cavarsela: non viene mai ucciso lì su due piedi, viene sempre  prima intrappolato in complicati marchingegni che, sì, saranno pure fatti bene, ma ci mettono tipo tre quarti d'ora abbondanti a cominciare a ucciderti, quindi con un po' di cervello e un pizzico di fortuna riesci a liberarti (botte di culo a go-go).

I più scafati di voi avranno già capito di chi sto parlando, tipo alla riga tre, ma per quelli che ancora non hanno capito, un indizio:


Superman è quindi una Mary Sue? Ha tutti, e dico tutti, i sintomi della perfezione. Perché allora Superman - nei limiti dei gusti personali - ci piace e Brittany Balthazar Argentlam Rossi ci irrita? Qual è il confine della perfezione accettabile?

Caratterizzazione

Il problema quindi non è la "perfezione" o "l'essere straordinari", ma la perfezione e l'essere straordinari quando sono caratterizzati male. Praticamente tutti i protagonisti dei romanzi di genere sono straordinari almeno un po', o succedono loro cose straordinarie, altrimenti avremmo racconti tipo Una tizia al supermercato (colpo di scena!, la commessa non c'ha più euri per dare il resto). 

A pagina tre viene presentato l'acerrimo nemico: la vezza che paga in spicci da un centesimo!
Esistono molti tipi di personaggi caratterizzati male. Ci può essere la spalla comica che non fa ridere, il protagonista insulso, l'oggetto d'amore che non si capisce perché piaccia tanto (Twilight anyone?)... Diciamo che la Mary Sue è un sottogenere del personaggio caratterizzato male, cioè il personaggio caratterizzato da una perfezione distorta o male rappresentata. Un personaggio può essere perfetto e/o straordinario, ma la sua perfezione deve trovare solide basi di caratterizzazione, altrimenti scatta il fastidio.

Contraddizioni

Spesso le fanwriter, credendo che basti "attenuare" la perfezione del proprio personaggio per renderlo meno Mary Sue (cadendo quindi nell'errore "perfezione = Mary Sue"), ricorrono alla tecnica dell'antitesi, e a descrizioni tipo: "Brittany era di carattere schivo e taciturno, ma molto amichevole con chi riteneva degno della sua fiducia. Brittany non credeva nell'amore, ma quando si innamorava, amava davvero". Maliziosa ma innocente, vivace ma pantofolaia, scherzosa ma seria, alta ma bassa, magra ma grassa. Le contraddizioni sono una delle caratteristiche più esilaranti delle Mary Sue. Ma chiediamoci ancora: contraddizione = Mary Sue?

L'essere umano è una creatura contradditoria per natura. Ci adattiamo alle situazioni un po' per spirito di sopravvivenza un po' perché, crescendo, impariamo con l'esperienza. Ogni essere umano ha in sé luci e ombre. Faccio un esempio tratto da un telefilm che mi ha presa molto, Boardwalk Empire, della CBS. Uno dei personaggi, di nome Nelson Van Alden, è un poliziotto federale per il controllo del proibizionismo, incaricato di indagare a Capital City. È un personaggio molto complesso, completamente votato al suo lavoro, dall'animo violento ma al contempo religiosissimo. Da una parte, scrive alla moglie lettere da dettato delle scuole elementari (Cara moglie, spero che questa lettera ti trovi in buona salute e di buon umore. Ricordati di far scorrere l'acqua dai rubinetti di tanto in tanto, perché la stagione fredda si avvicina e c'è il rischio che le tubature gelino. Con amore, Nelson), dall'altra ruba un nastro per capelli a una ragazza, se lo tiene in tasca, lo annusa voglioso in camera sua e si fustiga con una cintura per punirsi.

Le vie del Signore sono infinite...
Un personaggio a tutto tondo comporta delle contraddizioni. Nella vita non è tutto o bianco o nero. Capiterà spesso che il vostro personaggio debba mettersi in discussione. Un Cavaliere il cui ordine è votato alla caccia alle streghe, ad esempio, potrebbe scoprire che i maghi e le streghe non sono gli esseri malvagi che gli sono stati dipinti in anni di addestramento. Una persona onesta e fondamentalmente buona potrebbe trovarsi nelle condizioni di dover fare qualcosa di orribile: in Heavy Rain, ad esempio, a un padre di famiglia a cui hanno rapito il figlio verrà chiesto di uccidere una persona per poter rivedere vivo il proprio bambino (È curioso che abbia citato due videogiochi e un telefilm in un articolo che in teoria dovrebbe parlare di caratterizzazione letteraria). E qui si può aprire un'altra parentesi.


Da te non me lo aspettavo!


Un personaggio ben caratterizzato è come il tuo migliore amico: sai cosa aspettarti da lui in determinate situazioni. Attenti bene benissimo! Questo NON VUOL DIRE che il vostro personaggio sia banale! Distinguiamo bene bene bene la prevedibilità negativa da quella positiva.






Cliché (prevedibilità negativa). Lo scrittore presenta un personaggio stereotipato, ad esempio il classico cattivo alla James Bond. Lo sappiamo tutti che prima di sparare in fronte al nostro protagonista si metterà a fare uno spiegone sul proprio piano e sui perché e i percome sia diventato un genio del male.


Caratterizzazione (prevedibilità positiva). Lo scrittore presenta un personaggio caratterizzato, ad esempio, come irascibile e sanguigno. Il lettore impara a conoscerlo come tale, perciò quando succede, ad esempio, che un altro personaggio cerca di attaccare briga con lui, il lettore si aspetta che il protagonista reagisca in un certo modo, cioè buttandosi allegramente nella mischia. Un protagonista riservato e schivo, invece, avrebbe una reazione del tutto diversa. Questo si chiama orizzonte d'attesa del lettore e il fatto che il lettore abbia imparato a conoscere il vostro personaggio tanto da intuire quali saranno le sue reazioni a una data provocazione è solo un bene!


Potete anche divertirvi a spiazzarlo (e qui torniamo al discorso delle contraddizioni). Il vostro protagonista irascibile viene provocato da un altro personaggio che vuole fare a botte. Il vostro personaggio reagisce pacatamente e si rifiuta di combattere. Il lettore è spiazzato, non se lo aspettava. Perché ha reagito così? Cosa c'è dietro a un comportamento del genere? Il lettore è incuriosito e vuole proseguire per scoprire cosa sta succedendo.


(N.B. Ovviamente non vale usare il trucchetto dello straniamento a meno di ottime ragioni. Dovete creare curiosità, NON confusione)


Un'altro trucchetto efficace è quello del contrasto. Si presenta alla porta un uomo vestito di bianco, ben pettinato, rasato, con un sorriso amichevole e dai modi cortesi. Si scopre essere un tizio metodico, che ci tiene ad avere il sottobicchiere sul tavolino da caffè e che è appassionato di Harmony da edicola. Si dà il caso che sia anche un killer prezzolato della mafia, famoso per i suoi omicidi cruenti...


La banalità del male
Conflitto

Il motore che fa muovere i nostri personaggi è il desiderio. C'è chi desidera trovare una persona da amare, c'è chi desidera sopravvivere, chi desidera ritrovare se stesso, chi desidera comprarsi una merendina al cioccolato. Anche il desiderio apparentemente più debole e più banale può accendere la scintilla che fa muovere (o non muovere, e nell'immobilità c'è movimento) il personaggio. Il problema è che il desiderio da solo non basta a fare un buon racconto. C'è poca carne al fuoco in una storia dove Tizio ama Sempronia, le chiede di sposarlo e si sposano, fine. Allora abbiamo bisogno di qualcosa che si metta in mezzo tra il protagonista e la soddisfazione del suo desiderio, cioè un ostacolo (il principe ama la principessa, ma la principessa è chiusa in una torre sorvegliata da un drago). Il conflitto è la strada che il personaggio sceglie/che è costretto a scegliere per superare l'ostacolo. Il conflitto da una parte è ciò che rende interessante il racconto, dall'altra però è anche ciò che complica lo svolgimento della trama. Ad esempio: il principe deve raggiungere la principessa, MA c'è il drago davanti al cancello. Che può fare il protagonista per risolvere la situazione? E qui casca la Mary Sue.


A volte uno desidera diventare ricco e si impegna per diventarlo ma poi c'è la polizia.
Uno dei motivi che secondo me si trova alla base dell'amore per le contraddizioni è appunto l'incapacità di gestire un conflitto. Prendiamo uno schema romantico, alla base di una storia d'amore: Harry Potter si innamora di Brittany B. A. Rossi (desiderio) ma la nostra signorina Rossi è - ta-daan - incapace di provare sentimenti (ostacolo). La nostra autrice è in difficoltà. Come si fa ad arrivare alle scene uhmma uhmma, se la Brittany è una specie di pezzo di ghiaccio? Beh, basta dire che Brittany, sì, è una persona fredda, ma quando vuole è molto passionale. E con Harry naturalmente vuole! Problema risolto!


Un'altra conseguenza dell'incapacità di gestire il conflitto è la tendenza a scadere nella facilonata e/o nel deus ex machina, dando così l'impressione al lettore che a Brittany non ne vada male una. Il lettore medio può accettare una certa dose di botte di culo. D'altra parte, se fossimo nella vita vera per davvero, il protagonista medio dei romanzi di genere morirebbe dalle dieci alle quindici volte per libro. Diciamo che, in un certo senso, vale la teoria del "deve tirare a campare". Se il protagonista mi crepa a pagina otto perché cade in una trappola tesa dagli orchetti che se lo mangiano per colazione, sai un po', succede che il libro finisce. Tuttavia c'è modo e modo di tirare a campare.


Okay, grandioso. E allora come faccio a caratterizzare il mio OC pieno di contraddizioni e praticamente perfetto in tutto senza risultare fastidioso?


Se ci fosse una ricetta, saremmo tutti Mary Poppins, e non Mary Sue. Posso darvi però qualche dritta.


1) Show, don't tell, 'mostrare, non raccontare'. Dire che il vostro personaggio è coraggioso, bello, simpatico e intelligente, brillante ma modesto, attivo ma pantofolaio ecc. ecc. non vuol dire niente finché non lo mostrare. Evitate aggettivi vuoti come "coraggioso" e "bello" e "simpatico" e fate vedere perché il vostro personaggio è coraggioso, bello e simpatico. Mostrare invece di raccontare porta un sacco di vantaggi: il vostro personaggio guadagnerà in concretezza, e quindi anche in credibilità. Poi, oh, non è detto che anche a quel punto il lettore debba trovarlo simpatico. Non è detto che ciò che voi trovate divertente lo sia anche per il lettore, ma dovete correre il rischio e mostrare cosa intendete per simpatico, bello, divertente, intelligente, arguto ecc. ecc. Se poi il lettore non è d'accordo, amen. Sempre meglio che irritarlo a morte con pagine e pagine di aggettivi vuoti.


2) La perfezione ti fa venire voglia di gettare Lara Croft giù dalla rupe. Scegliete con attenzione i dettagli straordinari con cui volete pompare il vostro personaggio (Pimp My Mary Sue). Il fatto che Superman voli, ad esempio, ha una certa importanza per la trama, così come ce l'ha il fatto che sia l'ultimo della sua specie. Se avesse gli occhi viola, farebbe qualche differenza? È proprio fondamentale che il vostro personaggio parli serpentese come Harry o serve solo per far prendere male Draco in una scena e per fargli capire che "ehi, guarda che io non sono come tutti gli altri, io ce l'ho per l'altro verso"?


3) Non...


Oh, al diavolo. 

Ho una mia personale teoria sulle Mary Sue. Secondo me, sono il grado 0 del fangirlismo. Cosa c'è di più puro, di più sinceramente appassionato, del desiderare di avere una proiezione di te stesso (ovviamente migliorata) nel contesto di un libro che ti è piaciuto? E magari una bella storia d'amore con il tuo personaggio preferito? E allora le storie romantiche "tipo" cominciano tutte nello stesso modo: la Emmesse appare dal nulla (una nuova studentessa a Hogwarts, una piratessa senza inibizioni sulla nave di Jack Sparrow, la terza ultima Sayan rimasta nell'universo) e ha una misteriosa missione, o tremendamente buona (l'unica in grado di aiutare Frodo a portare l'Anello, l'unica capace di uccidere Voldemort) o tremendamente cattiva (l'arma segreta dei Mangiamorte, l'esperimento di Lex Lutor, la reincarnazione della Dea della Guerra). Tutti i personaggi si innamorano di lei, ma solo Uno riuscirà a fare breccia nel suo cuore. Dopo una serie di scene epiche slegate tra loro (tensione sessuale a mille tra lei e il Capitano Kirk, lei che sconfigge Draco a Quidditch mostrando a tutti il proprio valore, lei che salva la vita ad Aragorn finendo ferita), lei e il protagonista preferito dell'autrice di solito pomiciano allegramente e si giurano eterno amore.
Finita la pioggia Licia si incontra e si scontra con Piton e cosìììì...

Questo era ed è ancora spesso ritenuto il punto più basso del fanwriting. Se scrivi di una Mary Sue, allora sei  uno sfigato, una ficcynara, una ragazzina patetica di dodici anni. Non hai il diritto di fare self-inserction, non hai il diritto di fantasticare sui tuoi personaggi preferiti, e ommioddio non puoi far separare Harry e Ginny per la tua Mary Sue perché NON È CANON. E allora la gente va a caccia di Mary Sue.

Cosa succede oggi? Che di Mary Sue non si parla più. Non sono scomparse, l'argomento viene tirato fuori di tanto in tanto. "Che pena le Mary Sue, che schifo, cosa odiate di più in una fanfiction? le Mary Sue!!! Anch'io!" e cose così. Anzi, ci sono persone che "ammettono" di aver fatto degli "errori" di gioventù, gente che rinnega le proprie creature, persone che scrivono saggi (!!!) su come evitare le Mary Sue (tipo io!). Quindi, lentamente, a poco a poco, le Mary Sue sono state in un certo senso "spurgate". Non sono più la piaga del fandom. Non dico che siano sparite. Sono più sottili, anche perché "Mary Sue" spesso viene confuso con "Original Character fastidioso" (e invece OC fastidioso non è uguale a Mary Sue).

La moda del momento sembra essersi orientata su fantasie diverse. Se prima la fantasia era "IO... cioè, voglio dire, Elettra Camelia Gioconda Power Crystal Raven arriva a Hogwarts, mette a tacere Piton e fa innamorare di sé Harry Potter che la porta al Ballo del Ceppo e insieme sconfiggiamo... sconfiggono Voldemort" oggi è "Edward rapisce Bella, la chiude in cantina, la stupra ripetutamente ma lei è contenta."

Ora mi chiedo: perché? Cioè, riesco a concepire il senso di una fantasia tipo "Harry Potter si innamora di me". Non riesco invece proprio a comprendere il motivo per cui dovrebbe essere soddisfacente, rassicurante e appagante immaginare un uomo che sevizia una donna. Un rapitore, uno stupratore, un drogato che non riesce a uscirne, un festaiolo impenitente e puttaniere... dov'è il fascino in questi personaggi? Anzi, non nei personaggi, ma nelle loro azioni. Non è neanche un fetish. Non è "uuuh, mi piace il sesso violento e cattivo". No. È più un "Edward rapisce e stupra Bella random ma in fondo è buono e lei lo capisce e lo accetta." WTF. Dove sono le fantasie di una volta? Dove sono le dodicenni che immaginavano di fare la magie con Harry Potter? Mi andrebbe bene anche il matrimonio sfarzoso con Edward Cullen, per carità, ma... qualcuno mi spiega, per favore, perché lo stupro? perché la violenza? perché la vita da malavitoso? e perché questi personaggi sottomessi che pensano "ah, mi sta baciando contro la mia volontà, però è dolce e tenero e mi sta tenendo la testa perché sa che a me piace essere toccata così, quindi è bello".

Non è mica solo una roba di Twilight, neh!
Quindi, riassumendo: no, le Mary Sue non sono il vero problema del fandom; sono semplicemente il risalutato di un processo mentale diverso. Mi spiego meglio: c'è chi scrive perché ama scrivere e perché ci tiene a fare un lavoro come si deve, e allora spende il proprio tempo libero a cercare di caratterizzare al meglio il proprio OC, e c'è chi invece scrive perché sogna di sposarsi Harry Potter e wow che figo sarebbe se fossi una maghetta anch'io che va a uccidere Voldemort. 


Se già vi siete posti il problema della caratterizzazione, congratulazioni!, il vostro OC ha le carte in regola per non essere una Mary Sue! (il che non vuol dire che automaticamente sia un bel personaggio, ma è già un passo avanti)


Se il problema non ve lo siete posto e non state leggendo questo articolo bla bla bla puzzate ah ah ah (tanto non lo state leggendo). No, scherzi a parte, se il problema per voi non si pone, se tutto ciò che desiderate è mettere per iscritto una vostra fantasia che comprende voi con un occhio viola e uno verde mano per la mano con Harry Potter, sapete cosa vi dico? Avete la mia benedizione. Divertitevi, scrivete e fate tanti pargoletti con Harry con un occhio verde e uno giallo e i capelli viola e chiamateli pure Fanfaronius II. 


Per tutti gli altri, voi che l'articolo l'avete letto con il cuore in gola perché "ommioddio, adesso salta fuori che ho scritto una Mary Sue", se vi interessa l'argomento "caratterizzazione di personaggi originali e non" stay tuned! Arriveranno altri articoli.


Ora scusatemi, ma mio marito Ian e i nostri figli Precious e  Goldy vogliono fare una partita a Uno.
Tesoro, un momento, finisco di scrivere l'articolo e arrivo!

2 commenti:

Aura ha detto...

Ironico e sagace, leggerti è sempre un piacere perché non solo scrivi delle cose molto interessanti strappando una risata qua e là, ma hai anche gli attributi per dare pane al pane e vino al vino, magari dicendo qualcosa controcorrente (vedi articolo sull'ex chitarrista dei guns ^_^) e perché quando dai un giudizio non sei mai catastrofica, come ad esempio qui.
Se uno sa cosa vuol dire Mary Sue automaticamente prende l'acqua benedetta non appena vede un OC, eppure tu hai sottolineato una visione molto più costruttiva di questo "fenomeno" e ragionata!

Anonimo ha detto...

Cioè... dov'eri per tutto questo tempo? X°D
Ufficialmente? Penso che ti chiamerò Sempai (no, ho scelto a caso... posso chiamarti anche Guru, Maestro-Mastro-Mostro, Grande Capo Spirituale, Stalattite[?]... pura coincidenza. No, non posso chiamarti Master perché chiamo così già il mio capostaff)
Perdona lo sproloquio. *si ricompone*
Comunque, se mai vedrai questo commento...
Sappi che il Gatto Nero ti stima/idolatra *^* anche se francamente non so quanto te ne possa importare, ma dettagli XD
Anyway...
Ci tenevo davvero a dirti che, come ho letto ciò che scrivi, come, lo stile e tutto...
mi è venuto in mente David Safier! Che gioiosa sorpresa :D
...
Okay, sparisco °-°
Bacioni <3 Zazzy
*sparisce alla Sheik(?)*