martedì 9 ottobre 2012

Emmett "Doc" Brown e la misteriosa arte dell'introdurre flashback

SIGLA!


Guardiamo in faccia alla realtà: non tutti possediamo stilose DeLorean/macchine del tempo con cui fare avanti e indietro dal futuro al passato, dal passato al presente, e via di nuovo al futuro. Alcuni di noi devono gestirsi i flashback un po' alla vecchia maniera. Ma, grande Giove, c'è modo e modo per farlo. Meno male che l'altro giorno ero fuori a pranzo con Doc, volevo dire, il professor Emmett Brown, e lui mi ha un po' chiarito le idee in materia di viaggi nel tempo.




What's a flashback anyway

Visto che è cosa buona e giusta cominciare dal principio e continuare fino alla fine - anche se, visto che parliamo di viaggi nel tempo, ci sarà qualche salto avanti e indietro qua e là - direi di iniziare con il definire il concetto di flashback. Il flashback è quello che le persone di cultura per davvero, quando vogliono spaventare e confondere le menti, chiamano analessi (che detta così sembra una brutta malattia, del tipo "purtroppo soffro di analessi", ma tant'è); l'analessi o flashback che dir si voglia è - thank you, Wikipedia - "una figura retorica che riavvolge la struttura della fabula (cioè la sequenza cronologia degli eventi) su se stessa, raccontando avvenimenti che precedono il punto raggiunto dalla storia. Quindi flashback significa, letteralmente, racconto di un fatto avvenuto in precedenza". 

Facciamo un esempio cinematografico che probabilmente conoscete tutti: il film Titanic è raccontato proprio in flashback. Il film comincia negli anni Novanta, con il cacciatore di tesori Brock Lovett alla ricerca del Cuore dell'Oceano, un diamante grande quanto la testa di un neonato che si presume essere affondato nel grande naufragio del Titanic. Dopo l'ennesimo buco nell'acqua - ah ah - Brock sembra deciso a lasciar perdere, quando viene contattato da un'anziana signora, una certa Rose Dawson, che dice di essere sopravvissuta al naufragio e di essere stata l'ultima a vedere il diamante prima del disastro... A quel punto comincia la storia di Rose, ambientata sul Titanic nel 1912. 

Facciamo un esempio letterario altrettanto celeberrimo: in Cime Tempestose, di Emily Brontë, la storia comincia con il non troppo felice incontro tra il signor Lockwood e il signor Heatcliff, a cui poi segue il racconto della governante Ellen, che racconta al signor Lockwood la storia di Cime Tempestose, dell'amore tormentato di Heatcliff e Catherine, e di tutte le tragedie che si sono consumate negli anni precedenti. 


Kukiness, ma lo sapevamo già cos'è un flashback!

Eccheppalle, non potevate dirlo subito? 

A noi interessa sapere come si fa a ficcarli nelle nostre storie!

Partendo dal presupposto che non siate provvisti di una scorta di plutonio con cui alimentare le vostre macchine del tempo, proviamo ad analizzare insieme alcuni dei modi più usati nel mondo delle fanfiction, per capire insieme perché e percome funzionano, e perché e percome no. Più no che altro.

Inizio flashback/Fine flashback 

Harry guardò dritto negli occhi Draco. Da anni la loro atavica inimicizia si era trasformata in qualcosa di diverso.
****INIZIO FLASHBACK****
"Sta' zitto, Potter, non piaci a nessuno!"
"Malfoy, anzi, Draco, ti sei mai chiesto perché siamo così nemici invece di essere amici? O magari amanti?"
"... Non ci avevo mai pensato. Stringiamoci la mano, Potter, anzi, Harry, in segno di reciproco rispetto."
****FINE FLASHBACK****
Da quel giorno le loro divergenze si erano appianate.

Divergenze appianate

Eh lol. No. Ma proprio no. 

Il lato positivo di introdurre un flashback con un cartellone lampeggiante in Impact 45 + (stelline/biscioli/asterischi/cuori) è sicuramente l'immediatezza a prova di idiota. È come se steste urlando nell'orecchio del lettore: "Ehi! EHI! Senti, ascolta bene, adesso, qui, comincia una parte che non è ambientata durante la storia, ma un po' prima. Aspetta, ti aggiungo anche dove e quando, così siamo sicuri che non ti confondi... Hogwarts... 1994. Ecco. Visto? Okay. Tranquillo che quando finisce ti avviso, così sei proprio sicuro che sia finito sul serio." Quindi è garantito al limone che il vostro lettore non potrà confondersi in alcun modo.

Quali sono i lati negativi? Tutto il resto. 

1) Interruzione della sospensione dell'incredulità. Se fino al momento del flashback avete fatto bene il vostro lavoro, si presuppone che il lettore pendesse dalle vostre labbra. Era immerso fino ai capelli in quello che stava succedendo, rapito dagli avvenimenti e incantato dalla struttura. E proprio mentre si stava godendo il racconto e l'evoluzione dei vostri personaggi, BAM, eccolo acchiappato per la collottola dalla vostra manona di scrittori e trascinato brutalmente fuori dalla storia per essere riportato alla realtà. "GUARDA CHE ADESSO TI METTO UNA TECNICA NARRATIVA, CAPITO??? QUI!!! PROPRIO QUI!!! Ora riprendi pure a leggere". Okay, forse ho un fiiiilo esagerato. Però immaginate di guardare un film drammatico e di vedere comparire il regista che vi fa "psss, adesso è il passato", oppure "psss, adesso l'attore è triste", o anche "psss, vedi come il personaggio sta guardando in silenzio fuori dalla finestra? È perché gli è tornata in mente quella scena là, presente? Aspetta, bella dissolvenza e poi... ecco, te la faccio rivedere, che magari eri distratto". È esattamente come avere vicino a te qualcuno che commenta passo per passo gli avvenimenti. 

2) Il lettore non è stupido. Incredibile ma vero. Ci sono un sacco di stupidi a questo mondo, ma veramente un sacco, ma può darsi, e dico può darsi, che quello che sta leggendo la vostra storia non lo sia. È buona creanza non partire dal presupposto che gli altri non capiscano.

3) Neanche voi siete stupidi. Credo. No, non lo siete, leggete il mio blog, siete sicuramente gente in gamba. Quindi, perché vi fate prendere dal panico e dall'ansia di non venire capiti? Se mettete un'introduzione al flashback così spiattellata, sembra che diciate "mi spiace, non so fare in altro modo", o "ho paura che se lo faccio diverso tu lettore finirai per non capirmi". Il che magari succede, eh. Non si può sempre scrivere delle perle, a volte capita di imboccare comunque il sentiero sbagliato. Ma è meglio aver tentanto e non essere stati capiti (così poi si può aggiustare il tiro) che aver sempre adottato la soluzione più semplice (e caciarona).

Ha un cappello e il panciotto. È IL PASSATO!
SCONSIGLIATO!

Grechine, grechette, asterischi, pallini, ciccioballotti

Dean guardò Castiel dritto negli occhi. La foresta incontrò il cielo.
 "Perché non siamo più amici, Cass?" 
 "Perché siamo qualcosa di più. Da quella notte..."
§*§*°*§°Ç*°Çpp*ÇÇÉ**####@[&%%£/)
"Sai, i sedili dietro dell'Impala sono comodissimi."
"Davvero?"
§*§*°*§°Ç*°Çpp*ÇÇÉ**####@[&%%£/)
Da quel giorno le loro divergenze si erano appianate.

Divergenze appianate *wink wink nudge nudge*
 Mi rendo conto solo adesso che l'immagine di Doc qui sopra sembra che stia sbirciando l'appianamento di divergenze Destiel. Evvabbè.

Cough cough, dicevamo? Ah, sì, i ciccioballotti. L'effetto, come potete vedere, è lo stesso. Simpatico come un pugno in un occhio. E poi, diciamocelo, i cuoricini e le stelline stanno bene solo sui diari segreti e nei messaggini agli amichini. Quanti anni avete, cinque? È una storia di appianamento di divergenze, grande Giove, non il biglietto per la festa della mamma!

SCONSIGLIATO!


Altri colori/altri font


Edward guardò Jacob dritto negli occhi.
"Io e te siamo molto diversi, lupastro, ma ho imparato a rispettarti, da quella volta."
Bella prese le mani di entrambi, con le lacrime agli occhi. "Non litigate, ragazzi! È tutta colpa mia, sono io che non riesco a decidere tra di voi."
Jacob guardò Edward. "In effetti ha ragione." E poi guardò Bella. "Vaffanculo."
"Bei momenti," commentò Jacob.
Divergenze? Appianate!

Ecco, questo genere di cose con tanto di legendina all'inizio tipo "verde: presente, rosso: passato, corsivo: pensieri, trattino basso: parlato, asterisco: puzzetta" a me fanno venire il mal di testa. Sono inutilmente complicate. Come ho già detto riguardo all'introdurre il flashback con la scritta "inizio flashback", quello della grafica per distinguere parti diverse del racconto è uno strumento molto, molto, molto difficile da usare.

Ognuno può fare del proprio racconto quello che vuole. Ad esempio, io potrei scrivere una storia con la tecnica della scrittura speculare (cioè che per leggerla dritta dovete per forza trovarvi di fronte a uno specchio) perché il protagonista e voce narrante è Leonardo da Vinci, lui i suoi appunti li scriveva da destra verso sinistra, perciò lo faccio anch'io perché è IC. Sì, okay, ho capito la tua motivazione ma... no. No e basta. Avere una motivazione non è sufficiente a fare di una scelta una buona scelta.

Quindi, proviamo a valutare l'utilizzo di colori e font diversi per introdurre una scena (che può essere un flashback, ma vale anche per i cambiamenti di PDV e di ambientazione). È una cosa vietata? No. Non c'è nessuna regola che vi impedisce di scrivere in giallo canarino quando parlano le femmine e in verde scuro quando parlano i maschi e in viola quando parlano i transessuali. Però qual è il risultato?

1) Inutilmente complicato! Se c'è bisogno di una legenda a inizio capitolo, già la faccenda puzza. Il lettore deve ricordarsi quale colore state usando per chi, quale font state usando per cosa, quale dimensione state usando per dove. Oltre a seguire la storia, capire cosa sta succedendo ed empatizzare per i personaggi, deve fare uno sforzo in più di memoria, che il più delle volte non vale la pena. Una cosa è memorizzarsi tutti i personaggi di una grossa saga familiare e ricorrere spesso alla legenda finale per non perdere il filo (in quel caso è necessario, perché la presenza dei personaggi è funzionale alla trama e all'andamento della storia), un'altra è essere costretti a barcamenarsi tra diciassette colori diversi e altrettanti font perché voi autori non avete trovato un modo migliore per introdurmi a un cambiamento di scena.

2) Anche nel caso in cui i colori siano solo due, per due sole situazioni - quindi dopo lo straniamento iniziale il lettore non ha difficoltà a ricordarsi a cosa corrispondano i colori - per me siamo sempre nel territorio del meh. Quello del colore è un dettaglio talmente superficiale e accessorio, talmente frivolo, e solitamente attribuito a cose che sono facilmente introducibili in maniera diversa, che la sua presenza in una storia è più motivo di distrazione che altro.

Io potrei benissimo introdurre i dialoghi di Harry con l'asterisco e quelli di Ginny con il cancelletto, niente me lo vieta, ma è naturale che il lettore, a lungo andare, si chieda "perché?"

Scrivere:
Ginny incrociò le braccia al petto. "Sei in ritardo. Come al solito."
Harry arrossì. "Questa volta ho una buona ragione."
e scrivere

Ginny incrociò le braccia al petto. "Sei in ritardo. Come al solito."
Harry arrossì. "Questa volta ho una buona ragione."
o scrivere
Ginny incrociò le braccia al petto. *Sei in ritardo. Come al solito.*
Harry arrossì. #Questa volta ho una buona ragione.#
È LA STESSA. IDENTICA. COSA. Il colore non aggiunge una sfumatura in più, l'asterisco non mi chiarisce meglio chi sta parlando con chi, sono solo elementi di confusione.

3) Il discorso del lettore stupido e del fanwriter stupido. Lo abbiamo già fatto sopra, ve lo ricordate?

C'è comunque chi ha usato i colori senza troppi danni, tipo nella Storia infinita di Michael Ende, che distingueva le parti ambientate nel mondo reale e le parti ambientate a Fantasia con due colori (forse proprio il rosso e il verde, non ricordo). Quindi, come vedete, in teoria è fattibile. Che sia poi efficace, beh. È un altro discorso.

SCONSIGLIATO!

Corsivo/grassetto

Erica guardò Caterina negli occhi. "Dovremmo fare un esempio con un'altra coppia slash per chiudere il cerchio."
"Tipo Glee?" disse Caterina. "O Teen Wolf. Ma tu sai qualcosa di questi fandom?"
"E ora mandiamo in onda la nuova puntata di Glee!"
Erica guardò lo schermo con sguardo vacuo. Prese il telecomando e girò su Rai YoYo.
"Mmmmh. Non proprio."

Rai Yo Yo slash?
Il corsivo e il grassetto sono meno fastidiosi rispetto all'uso di diversi colori o di font. Il motivo è che sono più convenzionali, l'occhio ci è più abituato e non li interpreta come elementi di disturbo. Magari tra sessant'anni tutti scriveranno i flashback a testa in giù, tutti saranno abituati a vederli introdotti così e non sarà più fastidioso, ma per ora parliamo del presente. 

Il corsivo è usato da sempre per distinguere determinate parti del discorso: parlato/pensato, citazioni, o anche qualcuno sta leggendo una lettera o ascoltando la radio e via discorrendo. Se il flashback è breve, o il testo è intervallato da brevi spezzoni di flashback, il corsivo non guasta. Non è faticoso da leggere, non distrae, e non crea troppi problemi di interpretazione (a meno che non utilizziate il corsivo per diciotto cose diverse, e allora...). 

È meglio però se i brani in flashback che raccontate in corsivo non siano troppo lunghi. Questo perché forse, a quel punto, non vale la pena di distinguere graficamente le parti e si può prendere in considerazione un modo più efficace per farlo.

Si può prendere in considerazione.

Capitolo a parte

Il capitolo a parte è un modo per gestire sia flashback brevi che flashback lunghi. Dipende da come state gestendo la struttura narrativa. In Buon Compleanno Malcom di David Whitehouse i capitoli sono molto brevi, alcuni si aggirano sulle due pagine, una pagina e mezzo. Si possono quindi alternare capitoli ambientati nel presente a capitoli ambientati nel passato, anche di lunghezze diverse. 

Questo modo è (purtroppo) combinabile con alcuni di quelli sopra elencati. Capitoli-flashback in colori diversi, in font diversi, introdotti da scritte tipo "CAPITOLO FLASHBACK" o "NEL PASSATO" o altre cose simpatiche così. Ragazzi, guardatemi nelle palle degli occhi: avete già separato il flashback dal resto del racconto in un capitolo a parte. Che cavolo volete fare di più?

In che capitolo sono finito?

Si può prendere in considerazione.

How to

Okay, abbiamo esaminato i metodi più comuni di introdurre i flashback nel mondo delle fanfiction e abbiamo analizzato brevemente i pro e i contro di ciascuno. Adesso vediamo di capire come si fa a scegliere oculatamente il modo migliore per introdurre i nostri flashback.

Prima di tutto, è il caso di valutare bene l'intreccio narrativo che state per sviluppare. I flashback non devono essere delle "toppe" che inserite frettolosamente in corso di narrazione perché vi siete dimenticati dei dettagli per strada. Se decidete di utilizzare dei flashback, dovete aver progettato una struttura e un intreccio a cui questo genere di tecnica si adatta. 

Una volta organizzato l'intreccio, potete valutare a mente fredda l'importanza e il valore dei flashback nel vostro racconto. Ci sono strutture dove il flashback ha un'importanza fondamentale, come appunto Cime Tempestose, o Le cinque persone che incontri in cielo, di Albom Mitch, dove un capitolo è ambientato nell'aldilà e l'altro nel passato. Ce ne sono altre dove invece, pur avendo un'importanza centrale nella trama, il flashback ha un ruolo diverso a livello di intreccio: pensate ad esempio al film Contagion, dove la narrazione procede in ordine cronologico fino alla fine, dove un flashback ci riporta all'inizio per mostrarci come è cominciato effettivamente il contagio. Un unico flashback ha sicuramente un ruolo diverso rispetto a una costellazione di flashback, e quindi deve essere introdotto in maniera diversa.

Una volta valutata l'importanza e il valore dei flashback, potrete decidere qual è il modo più pratico di introdurli. Se ad esempio decidete di creare un intreccio intessuto di flashback, potrebbe essere una buona idea quella di alternare i capitoli. Potreste addirittura dividere i capitoli che pubblicate in due parti, una nel presente e l'altra nel passato. Potreste rendere il flashback il cuore della narrazione e il presente la sua cornice, come nel caso di Cime Tempestose e di Titanic

Se ci pensate, l'intreccio è la chiave di tutto: in Titanic, ad esempio, il cuore del significato del film (il mutamento del personaggio di Rose, la scoperta dell'indipendenza, la capacità di superare le difficoltà) rivela il proprio senso solo nella cornice del presente, con la dimostrazione che Rose è davvero cambiata, è davvero diventata una persona forte e indipendente, al punto da non avere nemmeno bisogno di vendere il Cuore dell'Oceano per cambiare vita. Se invece il racconto si fosse aperto con l'arrivo di Rose sul Titanic e si fosse chiuso con lei sopravvissuta sulla nave, che scopre di avere il diamante in tasca, mancherebbe una parte chiave dell'intero film. Avrebbe avuto senso, ad esempio, procedere in maniera cronologica, e spostare tutta la parte del film ambientata nel presente alla fine, partendo direttamente dal 1912? Vi rendete conto anche voi che il risultato non sarebbe stato lo stesso. Vedere Rose già da vecchia, con il cognome di Jack, è sicuramente un punto di vista interessante, che ci incuriosisce e ci accompagna nella narrazione con un coinvolgimento emotivo completamente diverso. Il personaggio di Rose diventa davvero il cuore della narrazione.


Un buon modo per imparare come si introducono i flashback è leggere. E non solo fanfiction. Anzi, evitate proprio di prendere le fanfiction altrui come esempio. Leggere molto vi permette di conoscere l'utilizzo del flashback che fanno autori affermati, con determinate sfumature e determinati intrecci. 

Credo di aver detto tutto. Ah, un momento! Ora che ci penso...

***INIZIO FLASHBACK***

Caterina entrò nella stanza con aria assonnata. "Che fai?"
Erica alzò lo sguardo dalla tastiera. "Mmmh, scrivo un articolo."
"Su cosa?"
"Come si introducono i flashback. Eh eh eh, visto che sono molto spiritosa, ho usato Ritorno al futuro come cardine dell'articolo, eh eh eh. Non trovi che sia un'idea carina?"
Caterina fece spallucce. "Beh, l'importante è che non te ne dimentichi a metà mettendoti a inserire immagini che non c'entrano niente."
"Maffigurati."

***FINE FLASHBACK***




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