domenica 7 ottobre 2012

Lo Stronzario n°1: Non aprite quella fic















Io c’ho talvolta questo problema grandissimo con le presentazioni delle fanfiction negli archivi; sì, quelle tre-quattro righine di introduzione che, in linea del tutto teorica, dovrebbero invogliare me lettore a cliccare sul titolo e aprire la fanfiction per leggerla.
In realtà questa è una cosa che proprio, ogni tanto, mi sprofonda in dubbi amletici, perplessità e smadonnamenti. Che poi lo so, che il riassunto non vuol dire, e io sono la prima che scrive di quelle presentazioni che provocano rivolgimenti intestinali, ma c’è una cosa che non mi è chiara. Ed è che non capisco proprio come mai alla gente viene così spontaneo scrivere delle robe nella presentazione che tu, lettore, alla parola due già sai che quella fanfiction lì non la aprirai MAI, neanche sotto minaccia di morte tramite amputazione degli organi genitali.
A parte che, e dai. Seriamente. L’ho capito che l’analfabetismo spopola ed è il trend del momento, però santissimo cielo, la presentazione sono poi cosa, in media una cinquantina di parole? E rileggile, misericordia. Controlla che non ti siano usciti dei mostri che su tre righe ci sono quattro aborti grammaticali e il nome del personaggio principale scritto sbagliato, che poi io – ma non solo io – leggo e sono lì con la lacrimuccia a strombettare il naso nel kleenex e chiedermi perché non mi trovo un hobby più sano, tipo il ricamo punto croce o, ancor meglio, i tornei di Twister alcolico. Che male che vada mi slogo una caviglia e finisce lì.
Rileggi quella cosa. Fallo. Se c’è l’esigenza si può anche eventualmente proporre un servizio di beta-reading per i riassunti, così la gente va serena. Perché l’altra settimana ho aperto la sezione X dell’archivio Y e mi sembrava di essere finita nella versione condensata di “Io speriamo che me la cavo”, mancavano giusto gli alunni che attaccavano le gomme masticate sotto il banco.
Poi un’altra cosa che non ho capito è: ma perché tu, autore, nella presentazione senti il bisogno insopprimibile di spiegarmi già dettagliatamente tutto quello che succede nella tua fic? Ma allora, dimmi, io cosa la leggo a fare? Se tu già mi dici chi tromba con chi e chi combatte con chi e mi informi anche sull’esito dello scontro, ma allora scusa, ma io faccio altra roba. Mi compilo la dichiarazione dei redditi, anziché leggere la tua storia. Mi faccio un giro in bici con il gruppo gastronomico con tappe in tutte le osterie della regione. Oppure ne leggo un’altra, una che non so già come finisce prima di averla aperta. Per dire, eh, faccio un’ipotesi.
Io non lo voglio sapere, cosa succede. Lo voglio leggere nella storia, se no mi sarei guardata un film di Muccino che è prevedibile come il colore dei calzini di mio nonno – esclusivamente e immancabilmente neri, almeno da quando sono nata. Son poi quasi trent’anni. Avrei messo la tivù sugli Uomini e Donne di Maria che comunque lì hai la certezza immancabile che in ogni caso sono randellate. Non è che mi devi fare un Bignamino del tuo masterpiece in otto righe, mi devi far venire voglia di leggerlo. È come se Orson Welles se ne fosse uscito a fare la promozione di Quarto Potere dicendo: “questo mio film lo dovete assolutamente vedere. Rosebud è il nome de*********”. Un cretino, in pratica.
Ma la cosa più boh di tutte, quella che proprio mi fa dire uaddafaq è un’altra. Se la tua trama è scontata, se l’espediente narrativo è debole, se ci stai per propinare la solita minestra riscaldata, se siamo lì che stiamo per trovarci davanti all’ennesima Mary Sue, non stare a sottolinearlo, non è una buona idea. Dissimula. Se stai scrivendo la milionesima AU scolastica in cui Pippo e Topolino si odiano a morte ma poi si innamorano per cause ignote – che poi, io questa cosa la voglio capire, seriamente, non mi do pace: ma voi nella vita reale ne conoscete molta di gente che si odiava così tanto ma così tanto che alla fine si è sposata e ha sfornato pargoli? Perché io, dopo aver vissuto in due stati e una manciata di città diverse, sinceramente no – comunque sia non. Scriverlo. Nel. Riassunto.
Pippo e Topolino frequentano la stessa scuola. Topolino è il classico belloccio di turno, nonostante il metro e venti scarso, fa lo sborone in giro e prende per il culo i finocchi; Pippo è un goffo secchione introverso che nessuno si fila. Pippo e Topolino si odiano a morte, ma ben presto il destino/l’amore ci metterà lo zampino e… Cosa succederà?
MA CHE MINCHIA DI DOMANDA E’? Ne ho lette già sei milioni di fanfiction così, porca puzza! Sono tutte brutte e finiscono tutte nello stesso modo, quindi fai un favore a te stesso e agli altri, glissa. Parla dei loro gusti o delle cose che fanno nel tempo libero, appiccica lì un frammento della storia in corsivetto, ma non mi scrivere ‘sta boiata che a parte darmi attacchi di colite nefritica non mi motiva minimamente a leggere, anzi, semmai mi viene voglia di chiudere direttamente la pagina dell’archivio e andare a sedermi sulla tazza del water facendo partire su Youtube l’ouverture del Guglielmo Tell per fare ambiente.

Ci ho pensato, comunque, e sono arrivata alla conclusione che forse serve dare un aiuto alla popolazione del ficweb e indicare una serie di semplici espressioni e alcune frasi fatte da non inserire assolutamente nella presentazione della propria storia. Per brevità, vado a sottoporvi qui le principali:
-          Sigfrida/Ermenegilda/Shanya ha un passato oscuro e difficile. È’… STOOOOOP! No! Non dirmelo! Che io già lo so che il passato oscuro sta alla Mary Sue come il gorgonzola alle noci! Se lei non ha un passato banalissimo nella periferia novarese in una villetta col giardino spelacchiato e l’altalena di plastica, non accennare neanche al passato. Non farlo.
-          L’esempio di Pippo e Topolino lì sopra con tanto di domandina finale del cazzo a me onestamente fa venire voglia di piantarti una trivella nelle gengive. La domandina dalla risposta ovvia e scontata è uno dei primissimi, elementari criteri in base al quale so di NON dover aver aprire una fanfiction. E test clinici hanno dimostrato non solo che Colgate è più bianco, ma anche che effettivamente questo criterio non è mai inesatto. Vedi tu.
-          Siamo ad Hogwartz ( e varianti). Senti, non so come altro dirtelo: vaffanculo. Se non sei capace a leggere e imparare a computare il nome della location principale/protagonista/antagonista, per me andresti buttata/o in una colata di uranio liquido. L’unica altra cosa che riesce a farmi torcere altrettanto le budella è bere gollate di Mastrolindo Idraulico Gel.
-          Questa è la mia prima fanfic e quanto ce ne frega a noi. Proprio un sacco, guarda. Il kleenex con cui un attimo fa mi stavo asciugando gli occhi per l’obbrobrio di quell’altro fenomeno ora lo userò per asciugarmi vere lacrime di commozione. Te lo devo dire, lo considero un dovere civico: non ce ne importa un beneamato fuffolo di quante fic hai scritto. Anzi, se è la prima, spero che tu ti sia applicata/o perché sia quantomeno decente. Invece no, di solito ti presenti con una boiata illeggibile e ci rimani pure male se nessuno ti commenta con entusiasmo.
-          Recensitemi se volete che continui! Ti getterò personalmente nelle fiamme eterne del Monte Fato, pezzo di somaro. Spero che il loro infinito silenzio ti faccia capire quanto non mi interessa a prescindere leggere altri capitoli della tua convulsione verbale.

Questi sono solo cinque eclatanti esempi di un concetto che non andrò a sviscerare più approfonditamente. Il fulcro cui volevo arrivare è che ormai io ho un po’ paura quando apro le sezioni degli archivi e mi devo leggere le presentazioni. Alla fine di solito arrivo a pagina cinque senza aver aperto una sola storia, ho già fumato tre sigarette e la gastrite mi dà le fitte. Così tirò giù un paio di santi, apro VLC e mi metto a guardare una puntata di Settimo Cielo con un bicchiere di San Simone, che tanto ormai il cattivo gusto è alle stelle. Magari leggo fanfiction la prossima volta.



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3 commenti:

EditorialeManga ha detto...

Effettivamente se trovo dei riassunti come quelli che hai messo tu come esempio, è sicuro che la fic non la apro XD Oppure la apro se ho tempo/voglia per lasciare una recensione critica, perché al 90% delle volte è così, purtroppo ^^' Lo so, il fatto che sia un pensiero condiviso purtroppo non aiuta XD

Akemichan

WeirdSisters ha detto...

Ok, ho riso come una matta per tutto il tempo necessario per leggere.
Poi ho riso di nuovo e con lo stesso gusto mentre lo leggevo a mia sorella.
Ho riso fino alle lacrime.
Non solo tutto è tristemente vero, ma lo hai scritto benissimo! Sferzante, entusiasmante e ineccepibile. Fa quasi dimenticare l'inquietudine che ti viene quando leggi le introduzioni alle fic di cui hai parlato.
Seguirti in questa rubrica è una specie di dovere morale :)

F.

Krixi ha detto...

Hai dimenticato l'introduzione che non dice assolutamente NULLA della storia, e che in genere consiste in:
- questa fic è dedicata a XXX. Tanti baciiii
- Ciao! Spero vi piaccia! Non voglio dirvi niente perché non voglio anticiparvi nulla, quindi leggete e ditemi ok???

Ecco. Che sono pure vietate dal regolamento - sai, almeno un vago accenno di trama ci dovrebbe essere - ma si trovano lo stesso. Ahinoi. xD

Comunque, complimenti per l'articolo! Un sacco divertente e VERO.

Krixi