giovedì 2 agosto 2012

Testa o croce ["Non è un paese per vecchi", di Cormac McCarthy]


Dal romanzo Non è un paese per  vecchi, di Cormac McCarthy






Attraversò il fiume Pecos subito a nord di Sheffield, Texas, e prese la 349 in direzione sud. Quando si fermò alla stazione di servizio di Sheffield era quasi buio. Un lungo tramonto rosso con i colombi che attraversavano la statale diretti a sud verso i serbatoi d'acqua di qualche ranch. Si fece cambiare i soldi dal proprietario del distributore, fece una telefonata e il pieno, rientrò e pagò.
Ha trovato pioggia sulla strada?, chiese il proprietario.
Quale strada?
Ho visto che viene da Dallas.
Chigurh prese il resto dal banco. E a te che te ne importa da dove vengo, amico?
Non volevo dire niente.
Non volevi dire niente.
Era solo per ingannare il tempo.
Probabilmente queste sono le buone maniere di voi bifolchi.
Beh, senta, io le ho chiesto scusa. Se poi non vuole accettare le mie scuse, non so che altro dirle.
Quanto costano questi?
Prego?
Ho detto quanto costano questi.
Sessantanove centesimi.
Chigurh srotolò un dollaro sul banco. L'altro batté il conto sulla cassa e impilò gli spiccioli del resto come farebbe un croupier con le fiche. Chigurh non gli aveva staccato gli occhi di dosso. L'uomo distolse lo sguardo. Tossì. Chigurh aprì con i denti la confezione di anacardi, si versò un terzo del contenuto nel palmo della mano e rimase lì a mangiare.
C'è altro?, disse l'uomo.
Non lo so. C'è altro?
C'è qualcosa che non va?
In che senso?
In generale.
È questo che mi sta chiedendo? Se c'è qualcosa che non va in generale?
L'uomo si voltò, si portò il pugno alla bocca e tossì di nuovo. Guardò Chigurh e poi guardò altrove. Guardò fuori dalla finestra sul davanti del negozio. Le pompe di benzina e la macchina ferma. Chigurh mangiò un'altra manciata di anacardi.
C'è altro?
Me l'hai già chiesto.
Beh, io dovrei cominciare a chiudere.
Cominciare a chiudere.
Proprio così.
A che ora chiudete?
Adesso. Chiudiamo adesso.
Adesso non è un'ora. A che ora chiudete.
In genere quando fa buio. Dopo il tramonto.
Chigurh rimase lì a masticare lentamente. Non sai di cosa stai parlando, vero?
Prego?
Ho detto non sai di cosa stai parlando, vero.
Sto parlando della chiusura. Ecco di cosa sto parlando.
A che ora vai a letto.
Prego?
Sei un po' sordo, eh? Ho detto a che ora vai a letto.
Beh, verso le nove e mezza, direi. Più o meno alle nove e mezza.
Chigurh si versò altri anacardi nel palmo. Potrei tornare per quell'ora, disse.
Troverebbe chiuso.
Non fa niente.
Beh, perché dovrebbe tornare? Troverebbe chiuso.
L'hai già detto.
Beh, è così.
Tu abiti in quella casa lì dietro?
Sì.
CI abiti da quando sei nato?
Il proprietario del distributore ci mise un po' a rispondere. Era la casa di mio suocero, disse. In origine.
Sposandoti, te la sei presa tu.
Abbiamo vissuto a Temple per tanti anni. Abbiamo messo su famiglia laggiù. A Temple, sempre a Temple. Poi siamo venuti qui, più o meno quattro anni fa.
Sposandoti, te la sei presa tu.
Se vuole metterla in questo modo.
Non c'è un modo particolare in cui metterla. È così e basta.
Beh, adesso devo chiudere.
Chigurh si versò gli ultimi anacardi nel palmo, accartocciò la bustina e la mise sul banco. Rimase lì a masticare in una posizione stranamente eretta.
A quanto pare lei ha un sacco di domande, disse il proprietario del distributore. Per uno che non vuole neanche dire da dove viene.
Qual è la cosa più grossa che hai visto perdere a testa o croce?
Prego?
Ho detto qual è la cosa più grossa che hai visto perdere a testa o croce.
A testa o croce?
A testa o croce.
Non lo so. IN genere non ci si gioca qualcosa a testa o croce. DI solito si usa per sistemare una questione.
Qual è la questione più grossa che hai visto sistemare?
Non lo so.
Chigurh prese dalla tasca una moneta da venticinque centesimi e la lanciò, facendola roteare sotto il bagliore azzurrognolo delle lampade al neon. La prese e se la sbatté sul dorso dell'avambraccio appena sopra le bende insanguinate. Scegli: testa o croce, disse.
Testa o croce?
Sì.
Per cosa?
Scegli e basta.
Beh, devo sapere cosa c'è in ballo.
Perché, cambierebbe qualcosa?
L'uomo guardò Chigurh negli occhi per la prima volta. Azzurri come lapislazzuli. Scintillanti e al tempo stesso completamente opachi. Come pietre bagnate. Devi scegliere tu, disse Chigurh. Non posso scegliere io. Non sarebbe onesto. Non sarebbe neanche giusto. Scegli, avanti.
Ma io non mi sono giocato niente.
Sì invece. Te lo stai giocando da quando sei nato. Solo che non lo sapevi. Sai che data c'è su questa moneta?
No.
MIllenovecentocinquantotto. Ha viaggiato ventidue anni prima di arrivare qui. E adesso è qui. E sono qui anch'io. E ci tengo la mano sopra. Ed è testa o croce. E devi dirlo tu. Scegli.
Non so cosa posso vincere.
Nella luce azzurra il viso dell'uomo era leggermente imperlato di sudore. Si leccò il labbro superiore.
Puoi vincere tutto, disse Chigurh. Tutto.
Non la capisco proprio.
Scegli.
Testa, allora.
Chigurh scoprì la moneta. Ruotò leggermente il braccio perché anche l'uomo la vedesse. Ben fatto, disse.
Si tolse la moneta dal polso e gliela consegnò.
E cosa ci dovrei fare?
Prendila. È la tua moneta portafortuna.
Non mi serve.
SÌ che ti serve. Prendila.
L'uomo prese la moneta. Adesso devo chiudere, disse.
Non metterla in tasca.
Prego?
Non metterla in tasca.
E dove dovrei metterla?
Non metterla in tasca. Sennò non la sai più riconoscere.
Va bene.
Qualunque cosa può essere uno strumento, disse Chigurh. Cose piccole. Cose che non noteresti neppure. Passano di mano in mano. La gente non ci fa caso. E poi un giorno si fanno i conti. E dopo niente è più come prima. Beh, uno dice. È solo una monetina. Per esempio. Non ha niente di speciale. DI cosa potrebbe essere uno strumento? Vedi qual è il problema. Che si separa l'atto dalla cosa. Come se le parti di un certo momento della storia fossero intercambiabili con quelle di un altro momento. Come potrebbe essere? Beh, è soltanto una monetina. SÌ. È vero. Siamo sicuri?
Chigurh passò la mano sul banco e si fece cadere nel palmo gli spiccioli rimasti, se li mise in tasca, si girò e uscì dalla porta. Il proprietario lo guardò andar via. Lo guardò entrare in macchina. La macchina partì e dalla banchina di ghiaia si immise sulla statale in direzione sud. I fari non si accesero. L'uomo spostò la moneta sul banco e la guardò. Mise le mani sul banco e rimase lì appoggiato con la testa china.

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