martedì 4 gennaio 2011

L'uomo di pane - parte 2

2.

Fu così che l'omino di marzapane prese a vivere con la buona fornaia: le faceva i mestieri, la aiutava con il negozio, cucinava con lei e le teneva compagnia. Col passare del tempo, la buona fornaia realizzò di essersi innamorata dell'omino di marzapane. L'amore rende un po' sciocchini, ed essendo la buona fornaia non particolarmente intelligente di suo, una sera decise di sbirciare nel negozio, dopo la chiusura, per vedere che ne era del suo innamorato dopo che se ne era andata. E quale fu la sua meraviglia quando vide, sbirciando dalla porta socchiusa, l'omino di marzapane trasformarsi in un ragazzo vero, un bellissimo ragazzo, dalla pelle dorata, gli occhi scuri, i capelli biondi e la rossa bocca carnosa. Presa dall'emozione, spalancò la porta, tutta felice. «Amore, amore mio. Allora sei qui, allora sei vero, e io ti amo più di ogni altra cosa.»
L'omino di marzapane sussultò, poi arrossì, e infine fece l'espressione più triste che la buona fornaia avesse mai visto. «Sciocca ragazza, perché lo hai fatto? La fata buona te lo aveva detto, non dovevi entrare qui dopo il tramonto. In realtà io non sono il tuo omino di marzapane, sono un principe. Una strega cattiva mi ha maledetto dopo che mi sono rifiutato di sposarla. Se tu avessi obbedito alla fata buona, l'incantesimo si sarebbe spezzato. Ora sono costretto a lasciarti!»
La buona fornaia era terrorizzata. Si mise a piangere. «No! No, ti prego, io ti amo! Non lasciarmi! Scusami se sono stata sciocca, scusami.»
L'omino di marzapane sospirò con il cuore gonfio di pena. «Anche io ti amo, ma ormai è troppo tardi. Andrò così lontano che dovrai consumare sette paia di scarpe di ferro, sette mantelli di ferro e sette bastoni di ferro prima di ritrovarmi.» E detto questo sparì.
La buona fornaia era disperata. Pianse per una settimana, pianse tanto che le lacrime erano dovunque, nel pane, nelle brioches, nei biscotti, tutti umidi e tutti salati. La buona fornaia, però, oltre a essere buona e un po' sciocchina, era anche molto coraggiosa. Così, dopo aver pianto e pianto e pianto, tirò su col naso e decise di partire alla ricerca dell'omino di marzapane. Non le importava di dover arrivare fino ai Confini del Mondo: lei lo amava, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per ritrovarlo.
Così andò dal fabbro e si fece preparare sette paia di scarpe di ferro, sette mantelli di ferro e sette bastoni di ferro; indossò il primo paio di scarpe, il primo mantello e il primo bastone e partì. Cammina cammina cammina, di villaggio in villaggio, di casa in casa, bussava e chiedeva «Sono la buona fornaia di un paese lontano lontano. Cerco un uomo di marzapane, dalla pelle dorata, dagli occhi di cioccolata, dai capelli biondi come il grano e dalla bocca rossa come il ribes.»
Ma nessuno sapeva dove fosse, nessuno lo aveva visto. E cammina cammina cammina, le scarpe si consumavano, i mantelli si logoravano, i bastoni arrugginivano. Alla fine, quando l'ultimo paio di scarpe, l'ultimo mantello e l'ultimo bastone furono consumati, la buona fornaia arrivò ai Confini del Mondo.

Continua

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